La ricerca di una simbiosi tra sensazioni sonore e architetture umane sta alla base dell’elettronica di Martino Corrias, giovane producer di 22 anni trapiantato a Bologna. L’impostazione classica ricevuta da bambino gli ha permesso di continuare a cercare la naturalezza dei suoni degli strumenti a legno, per fonderla con quelli sintetico-metallici di synth e campionatori.
Gale è l’ultimo punto di arrivo di questo percorso di ricerca.
Il singolo è nato sotto l’influenza del documentario “Badde Suelzu” del regista Martino Pinna: realizzato in collaborazione con Sardegna Abbandonata, portale che si occupa di luoghi urbanizzati disabitati o in stato di abbandono, il documentario racconta la vita dei pochi anziani rimasti a vivere nella piccola frazione del comune di Alà dei Sardi.
“Una decomposizione sonica e sintetizzazione del forte vento della Sardegna, registrato su campo nei mesi di febbraio e marzo e tramutato in una continua burrasca di suoni ed elementi percussivi che ne riproducono la forza”. Ma anche una riflessione sul rapporto tra gli elementi naturali, l’ambiente antropizzato e la vita rurale di chi si ostina a non abbandonare i luoghi di nascita, nonostante tutto nella vita contemporanea conduca verso altre direzioni.
L’artwork è opera dell’artista inglese Desmond Clarke, che accompagna anche le composizioni di Corrias con i suoi pezzi di generative art.