Potevano i Furgone fare ancora peggio di quanto fatto finora? Forse si, non si possono porre limiti alla provvidenza, però oggettivamente era impegnativo. Dopo Lancia Thema Station Wagon Vellloccissimma, Gasolllio e una manciata di split, demo ed EP, sono tornati con Mi manky, nuovo disco destinato a non lasciare alcun solco profondo nella cultura contemporanea. Grazie.
La copertina presenta egregiamente il lavoro fatto: un Papa, presumibilmente quello in carica, cammina placido, doverosamente pixelato e malamente photoshoppato su una qualsiasi spiaggia sarda. Il disco fa il resto: 9 tracce per neanche 10 minuti di roba molto veloce, che pesca a piene mani – ma male – dalla West Coast, frullando anni ’80, revival nineties e soli trash.
Narbolia come L.A., più o meno. Spazio per l’attualità nei temi trattati, tutti cari al mondo HC: il climate change (Greta Thunberg / chegliadi’ / comporadi’ / ua macchina a gasollliu / est ora de da fini’ / cun custa piaga alluccinanti), la secolarizzazione (Sa relliggioi est ua cazz’e barzelletta / Bastiusu commenti Moira Orfei / Pacciani est u Santu a cunfrontu), la decadenza dell’uomo moderno (Omminisi ca creinti in sa beffana / Omminisi ca piganta Ketamina / Omminisi ca dzocanta a su gratta e vinci) e la redenzione (Oh Mamma Mi’ Ca Oi M’Anti Fattu Santu / Halleluia!!).
Elementi di un mosaico che infine trovano il proprio ordine sopra e sotto il palco, come testimoniato dall’individuo da un quintale con addosso solamente maschera da maiale e perizoma, che si aggirava tra il pubblico del COMMU POTZU MORRI PURU XMASS TOUR 2022, rigorosamente in maiuscolo.
Insomma, i Furgone sono una di quelle cose talmente brutte da fare il giro e diventare belle. Una band che fa della propria anti-estetica un marchio di fabbrica, la cavalca senza paura in territori inesplorati, spingendo sempre un po’ più in là l’asticella dell’irriverenza nei confronti di chiunque. Anche di quella scena HC che ora non può più fare a meno di ignorarli e alla quale portano – e porteranno – una ventata di aria fresca e di autoironia, che male non fa.