FREAK MOTEL – Panda’s Sessions

Claudio LoiMusica, Recensioni

Tre nuove tracce dei sono un’ottima notizia. La band ci ha da sempre abituato a produzioni di grande spessore e difficilmente sbaglia un colpo, come Clint Eastwood e pochi altri su questo pianeta. Le Panda’s Sessions arrivano da alcune sedute di autocoscienza avvenute nel loro covo di Lunamatrona (il famigerato Panda’s Studio) e non è difficile immaginare quanto sia stato per loro divertente suonare e condividere un piacere mai così collettivo e partecipato, suonare e creare per il semplice piacere di farlo. In realtà Lunamatrona potrebbe essere una stazione lunare situata nella dark side e queste musiche frutto di qualche escursione tra i crateri di Selene, ossia un calibrato blend di polvere di stelle con l’aggiunta di scorie industriali della lontana Detroit. È anche possibile che nei lontani spazi siderali siano entrati in contatto con Sun Ra e la sua Arkestra e altri folli istigatori di suoni alieni, magari un visionario come Moondog o i figli illegittimi del quarto mondo ipotizzato da Jon Hassell. Questi suoni sono degni eredi anche di questi folli e seminali pionieri.

Tre lunghe tracce che trovano spazio in quella diaspora che possiamo catalogare come space-rock-jazz ma che includono tante altre influenze sparse nell’etere, difficili da estrapolare, da identificare e, per questo molto, molto preziose. Tre sessioni di studio che sono la perfetta mappatura dell’infinito intorno a noi, una carta geografica immaginaria in scala 1:1 seguendo il disciplinare teorizzato da Borges per indurci a varcare i limiti della permanenza fisica. Si parte con Earthquake On Flat Earth e si capisce subito quello che ci aspetta: un bordone elettronico lungo e ostinato che racchiude miriadi di suoni, di respiri, di ansie e un drumming figlio della migliore techno, quella più esoterica e allucinata. Trip with Blushing Beauty, la seconda session, continua su queste coordinate seppur con un andamento indolente e indecifrabile, la tromba sembra un invito a venire allo scoperto e sorprende il catalogo di bizzarrie elettroniche che vi trovano alloggio. Electro-funk per cittadini di un mondo solo immaginato, ma di cui esiste già una lunga lista d’attesa. Il viaggio finisce con Seahorse Dance che riporta tutto a una dimensione più razionale con palesi richiami alle migliori produzioni del jazz rock d’antan e a quei misteriosi viaggiatori tanto cari a Mr. Zawinul.

Musica che scorre fluida, che si insinua e rimbalza nei meandri della nostra psiche, suoni che inducono a viaggiare pur stando spiaccicati sulle nostre poltrone, una rotta low-cost senza biglietto di ritorno, quelle cose che non si trovano nei cataloghi ufficiali ma solo al mercato nero. I Freak Motel non sono mai stati così liberi e in tiro, si percepisce da queste tracce la lunga esperienza nel settore e il piacere di suonare senza dover dimostrare nulla: zero ansie di prestazione, zero forza di gravità, nessuna spacconeria tecnica a buon mercato.

Freak Motel è un resort situato in una terra immaginaria a cui si accede passando attraverso lo specchio per un soggiorno che prevede solo escursioni interstellari e una colonna sonora da sogno. Alla reception troverete ad accogliervi Andrea Parodo, Andrea Sanna, Matteo Sedda, Nicola Vacca che vi condurranno verso tramonti mai visti e illusioni senza inizio e senza fine. E sul comodino una copia di Guida galattica per autostoppisti, giusto per ricordarci la rotta da seguire.

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