Il 31 dicembre 2018, mentre tutti erano impegnati negli ultimi preparativi per il cenone, i Freak Motel davano alla luce “Escape Room”, il loro primo album. I quattro, attraverso un concept, affrontano il tema della claustrofobia: geografica in primis, ma anche temporale, ritmica e, più in generale, umana.
La forza didascalica è dirompente. I 5 pezzi si susseguono alternando stati di ansia a situazioni di calma apparente, per sfociare in una serena accettazione dello status quo, come a prendere consapevolezza che ogni isola ha un Open Sea che la circonda.
Senza alcun cenno di premeditazione, tutto fila via nel solco della spontaneità e della naturalezza. Electric jazz, post rock e tanto altro si fondono senza alcuno stridore in un mix di sapori che, forse complici il basso incalzante e il Fender Rhodes leggermente saturato, richiamano i Tortoise di TNT.
Nel panorama isolano dove il jazz è principalmente jazz e il post rock si declina nella sua matrice più distorta e rumorosa, accade spesso che i due mondi viaggino su binari tristemente paralleli. Con Escape Room i Freak Motel riescono a intersecare una pluralità di scenari, generando un’interessante e auspicata contaminazione.