Appunti di un indeciso
Francesco Manca, 2017
All”interno delle strisce blu
È cosi che mi congedo
Con un ronzare di api fastidiose tutt’intorno
Con le espressioni dei visi e i movimenti dei corpi in preda ai panici
E partorisci buone idee per parcheggiarle all’interno delle strisce blu
Non ne posso più
Di questo sale eccessivo nelle paste
Di questo vino andato
Di questa acidità !!
È cosi che mi congedo
Con i tuoi piedi immortalati in un pavimento di cemento
Con le bottiglie alle spalle e il miele sciolto in bocca
Inginocchiato nei sali con un leggero mal di testa
Canto per le novità del meteo e i nuovi fili d’erba
A correggere la stagionatura ci saranno i mediatori
È cosi che mi vedevo
Ad arredare i sentieri senza calpestarli
Alimentare gli scontri senza mai pensare alle ritorsioni
Ristabilisci le distanze tra le buone azioni e l’autolesionismo
Non ne posso più
Di questo sale eccessivo nelle paste
Di questo vino andato
Di questa acidità !!
Canto per le novità del meteo e i nuovi fili d’erba
A correggere la stagionatura ci saranno i mendicanti
Non ne posso più
Di questo sale eccessivo nelle paste
Di questo vino andato
Di questa acidità!!
EPA
Al centro commerciale non c’è l’ombra di nessuno
Neanche un venditore di follie
Che possa confermare il mio monolocale
Tra applausi e sorrisi paralleli
Tu sdrammatizzi, certo, lo capisco
È l’ora della mungitura
È l’ora dell’obbedienza
Sono nel prato nero, a volte e a caso, senza farmi notare
Ci sono gli orologi di Dalì
Allineati su ogni superficie
Garcia è morto e non potrà deridere nessuno
Nessuna fuoriuscita di miele
Quella sera mangiai calamite
Nonostante la carenza di ferro stetti in piedi
Mostrando i punti critici e il tocca e fuggi del mio pungiglione
<>“E strizza l’occhio rossastro mo d’intesa
Per far capire che egli è un indovino
La pioggia battente sul lato passeggero
Sembra voglia impregnarmi il corpo
E farmi sentire ancora ospite del mondo”
Al centro commerciale non c’è l’ombra di nessuno
Neanche un venditore di follie
Che possa confermare il mio monolocale
Tra applausi e sorrisi paralleli…
Cala il sipario su tutto l’alveare
Cola dal viso tutto il trucco
Sono cosmetici economici
Sono di buona compagnia
Partire con in tasca un po di pane e caramelle
E ritrovarsi con la bussola impazzita
La rivendicazione delle rondini
osservo le lumache infastidite
osservo le rondini angosciate
che vengono sfrattate
un salto con l’asta in piena estate
durante la notte del patrono
i mugugni, sottovoce…
lo sai che c’è di bello quando piove?
c’è che le macchine sembrano tutte nuove
è come l’intervento di un bambino
che mette pace in una lite coniugale
tutti allo specchio con le proprie lamentele
profilo di cane che regna nel reame
procedere ordinati per file parallele
per poi lasciarsi nel regno delle mele
lo sai che c’è di bello quando piove?
c’è che le macchine sembrano tutte nuove
è come l’intervento di un bambino
che mette pace in una lite coniugale
Niente
È bello frantumarsi in uno specchio
Tenersi sette anni di sfortuna
Siccome i buchi sono vuoto a rendere
Meglio amarli tutti quanti
Mio padre è stanco e va a dormire
Io non ho niente,niente da dire….
Ha i parassiti attaccati alle gambe
Sono rossi, rossi di sangue
Sentirsi male e vomitare
I paradossi e l’abito scuro
Mio padre è stanco e va a dormire
Io non ho niente,niente da dire….
Lo sai che mi sono condannato…
Lo sai che mi sono addormentato…
Lo sai che mi sono ravvivato…
Lo sai che mi sono rovinato…
Mio padre è stanco e va a dormire
Io non ho niente,niente da dire….
Questo è il periodo delle fave
dove organizzo le difese immunitarie
Alcuni s’accartocciano
altri si concedono
Mio padre è stanco e va a dormire
Io non ho niente,niente da dire….
Nonostante un inizio convincente
Un vaso cade senza rompersi per niente
E promettendovi fatiche più di un mulo
Avevo pronta la mia presa per il culo
Mio padre è stanco e va a dormire
Io non ho niente, niente da dire….
Storia di un tenente riluttante
Siamo seduti tutti in terra
Con il grigiore delle foto
Era la faccia del cielo a scoperchiare le parole
C’è chi cuce, chi ride
Prima mangiamo poi sorridiamo
C’era un tenente riluttante
Inconsapevole e sconfitto
Una caserma tediosa
Dove ora abita Carmine
Un semicerchio
La guerra
Si susseguono gli sbuffi
Gli inverni
C’è chi cuce, chi ride
Prima mangiamo poi sorridiamo
Mio nonno è dentro questa casa
Dove c’è solo una finestra
Il foglio con le raccomandazioni
Sia del monte che delle centrali
Via la luce
Via la paura
Guarda le fiammate
Siamo agli sgoccioli
Un semicerchio
La guerra
Si susseguono gli sbuffi
Gli inverni
C’è chi cuce, chi ride
Prima mangiamo poi sorridiamo
Tempi Dispari
Tutto il carnevale di febbraio mi consuma
Ricordo che anche ottobre aveva la congiuntivite
Beati siano i polpi che sigillano gli amori
Mentre le valigie iniziano lo stretching
Lasciami la cera degli istanti ormai andati
Eravamo attenti più alle punte che ai colori
Dritti come tavole inchiodate e riciclate
Carne congelata fuori il vento è favorevole
Misi un po’ di falsi itinerari depistanti
E m’innamorai perdutamente del part time
Folle di fantasmi che attendevano i segnali
Per entrare in massa e vedermi seminudo
Lasciami la cera degli istanti ormai andati
Eravamo attenti più alle punte che ai colori
Dritti come tavole inchiodate e riciclate
Carne congelata fuori il vento è favorevole
Come un buon rappresentante di prodotti insipidi
Offro ai più esigenti le miglior teatralità
Mi sono sdraiato sotto nuvole a quadretti
Con un tempo dispari non posso riposare
Lasciami la cera degli istanti ormai andati
Eravamo attenti più alle punte che ai colori
Dritti come tavole inchiodate e riciclate
Carne congelata fuori il vento è favorevole