Toy Factory è il terzo lavoro in studio per i Factory Kids. Il quartetto cagliaritano, composto da Davide Onida (chitarra solista e autore delle grafiche del gruppo), Alberto Cibin (voce e chitarra), Giancarlo Coghe (basso) e Nicola Guiso (batteria), si ripresenta sulla scene a distanza di qualche anno dai due precedenti EP “Big One” e “Factorized”, rispettivamente del 2019 e 2021, che avevano contribuito a definire con precisione lo stile della band cagliaritana.
La fabbrica dei giochi, primo vero full length, mette in evidenza sin dall’inizio la maturazione della band sul piano del songwriting e della realizzazione dei pezzi, grazie anche a una maggiore cura in fase di produzione, a cura di Giuseppe Aledda. La fase di registrazione e masterizzazione (quest’ultima a firma Andrea Pica dell’Officina 13 Studio di Olbia) ha contribuito a mettere a fuoco le idee che erano state introdotte con i lavori precedenti, ma che risultavano sotto certi aspetti ancora acerbe. L’album, al contrario, manifesta una maggiore presa di coscienza delle proprie capacità compositive e un’affinazione che restituisce un disco fluido, dal sound fresco e piacevole.
Il lavoro, premiato anche da un buon bilanciamento tra numero di composizioni e minutaggio complessivo (nove brani per 35 minuti), consegna al pubblico una band alternative rock di matrice britannica, che sceglie di cantare in inglese e richiama le atmosfere della scena californiana. Se dovessimo identificare dei numi tutelari che riecheggiano per tutto il lavoro, sarebbero sicuramente i Red Hot Chili Peppers, con il loro funk-rock melodico, la scena brit rock e il rock inglese di Kasabian e gli Arctic Monkeys di AM e dell’esordio.
Questi ultimi sono fortemente evocati, ma senza alcuna intenzione manieristica, in “Times for a change”. Traccia in cui la capacità di stesura, nei chorus e nell’intreccio tra chitarra e sezione ritmica, perfezionano un pezzo di immediata resa, ispirato e orecchiabile dal primo ascolto. Non si tratta dell’unico episodio catchy, in quanto il pop-rock, nell’attitudine del pezzo più che nella scelta della struttura compositiva, si ripete anche in “Black Sugar” o “Free Surrender”.
Toy Factory è disponibile sulle piattaforme di streaming a partire dal 2 aprile.