Ci sono storie che meritano di essere raccontate, tanto per un artista quanto per chi, dall’altra parte, si trova ad ascoltarlo con una penna in mano. C’è, ad esempio, il rap di provincia, una terra di pochi dove emergono spunti interessanti sullo stato di salute di un genere che, forse, sta vivendo un importante passaggio generazionale alla ricerca di nuove bandiere. E, sfogliando tra queste storie, c’è Existence, primo lavoro in studio per Diego Pani da Villacidro, aka Nervo.
Stilisticamente catalogabile tra la seconda generazione di rapper liricisti, Nervo sceglie di mettersi a nudo già all’esordio, accompagnandoci in un flusso di coscienza che definisce “un viaggio dentro me stesso”.
“Ho preso pezzi di me e ci ho fatto un disco: Existence è un dialogo con la mia coscienza. Amori, delusioni, ansie, paranoie, speranze: scrivere è un modo per esorcizzarle“. Nella narrativa di Nervo ci sono i disagi comuni di un’esistenza lontana almeno cinquanta chilometri da ciò che conta, dall’insicurezza di una coscienza che si sta formando in un mondo balordo, alla conseguente voglia di scappare, appunto, “till infinity”. E c’è anche la critica, più alta e filosofica, alla ragion consumista moderna, digrignata tra i denti nel monologo-prologo — tolto ai beat — di Zombie.
Un flow incarognito quello dell’artista villacidrese, alimentato dando fondo alle estensioni più basse della timbrica, gutturale e barricata, ma che intaglia con precisione chirurgica la lirica dei pezzi. Il tutto è reso in alta definizione, dall’uso colto di figure retoriche e da un lessico che spazia con naturalezza all’interno di un ampio bagaglio culturale, tra citazioni cinefile e trame descrittive che ci avvicinano, brano dopo brano, al mondo allegorico di Diego.
Tra tutti, “La musica Dentro“, per contenuti e impatto all’ascolto è il singolo che fa di Existence una delle uscite più interessanti del rap sardo degli ultimi anni, che non disdegna il paragone con i nomi di punta della scena: ne sono esempio la padronanza sicura della metrica e una maturità compositiva già avanzata rispetto sia all’età anagrafica del rapper, che al risultato del lavoro. Il primo in cascina dopo anni di ragionata gestazione e diverse scorribande urbane con gli Army of Chaos: excursus non trascurabile, quest’ultimo, nel formare la penna delicata di Existence, e fondamentale apporto creativo in termini di beat e produzione in studio. Accorgimenti che, nel corso degli anni, il giovane rapper ha incastrato con stacanovismo, come tessere di un puzzle.
In un’età del rap locale che rimpiange gli anni d’oro della Machete, Nervo rappresenta un filo conduttore con un passato recente, lontano dal rinnovarsi, ma ancora stilisticamente solido e riconosciuto come tale dal suo pubblico di fedelissimi.
Un debutto in punta di piedi, carico di umiltà e voglia di perseverare, per un artista dai contorni già ben definiti, che si muove egregiamente tra le barre e in studio e con un percorso da predestinato del rap. Prego si accomodi.