Il marinaio, di notte, in assenza di stelle è costretto a navigare seguendo l'istinto e la propria esperienza. Comincia un viaggio in cui può fare affidamento solo su se stesso, ascoltando quello che gli comunicano i sensi e la memoria. “In absence of Stars” è il titolo del nuovo ep di Ed Carlsen, pubblicato per la Faber Music LTD. L'artista elettronico e compositore, sardo di nascita, conferma l'apolidia della sua vocazione culturale, in quanto i suoi lavori hanno trovato casa a diverse latitudini e sono il risultato di ricerche sonore trasversali e di differente matrice.
Ed, al secolo Edoardo Pucci, è arrivato al quarto capitolo della sua discografia, a cui si aggiunge un importante portfolio di musiche per netflix, cinema e pubblicità, confermando la sua natura di polistrumentista capace di coniugare elettronica con le atmosfere peculiari del visualsound cinematografico. L'artista cagliaritano, nei mesi scorsi, aveva interrotto il proprio digiuno musicale, collaborando in “SpazioTempo” delle Lili nella traccia “Seguimi”, caratterizzata da momenti seducenti, di algido electrojazz dall'impronta pop. Rispetto a quest'ultimo brano, il nuovo extended play è un un misto tra downtempo, ambient cinematico con connotazioni oniriche, vicino al post-rock proposto dalle sonorizzazione di Mogwai e della Pan American e Kranky Records.
Il “Pralaya”, titolo in sanscrito dell'open track che consiste in un periodo di oscuramento o di riposo che può essere planetario, cosmico o universale, rivive come sonorizzazione del climax per il raggiungimento della dissoluzione di se stessi. Nei quasi venti minuti complessivi del disco si alternano post rock strumentale, le vibrazioni algide ed eteree di Yann Tiersen, passaggi sognanti e onirici in chiave ambient, come nella title track. “Kintsugi”, l'antica tecnica giapponese di restauro con l'oro, e “Faint willow” sono caratterizzate da piano neoclassico e minimal, arricchite da trame drone e beat essenziali ma ricercati. Il “Manvantara”, momento spirituale opposto alla Pralaya nella cosmogonia orientale, dà il nome alla quinta e ultima traccia: ambient d'avanguardia e con richiami di Pantha du Prince, Four Tet, Jon Hopkins e Basinsky.
In absence of stars è, in sostanza, un breve compendio sonoro, dal taglio internazionale e con differenti anime. In un gioco di contrasti, tra tensione e calma, l'elettronica entra in simbiosi con la componente classica, in cui i tasti del pianoforte accompagnano lo sviluppo delle immagini create dalla musica. Carlsen ha voluto condensare le proprie idee in cinque brani che fungono da bussola per orientarsi nell'esplorazione della sua identità musicale, senza far sentire sperduto l'ascoltatore all'interno delle sue composizioni. Il disco, il cui missaggio e mastering è opera di Marco Caricola, è disponibile all'ascolto sulle principali piattaforme dal 10 novembre.