È tutta scena! – Intervista a Franca Milia

Claudio LoiÈ tutta scena!, Interviste

Abbiamo intervistato che con Ignazio Ibba porta avanti le numerose iniziative dell’Associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci di Ales. È stata anche l’occasione per riflettere su cosa vuol dire agire in territori marginali, sul fare cultura, sulla partecipazione popolare e anche di musica, rock, arte e di quella passione che ti porta a non fermarti anche nelle situazioni più difficili.

Partiamo dal presente e da questa nuova e affascinante scommessa che avete chiamato “Archivio Partecipato delle Sottoculture Popolari”. Un progetto che coinvolge uomini e idee e che sembra creato proprio per veicolare sentimenti e partecipazione.

L’idea dell’archivio è nata un po’ per caso nel 2020, in piena pandemia, quando partecipammo a un bando del Ministero del Lavoro, ma l’interesse per le sottoculture e soprattutto per le controculture è sempre stato presente all’interno della nostra associazione ed orienta la scelta di parte delle nostre letture.

Il progetto trae ispirazione dal Quaderno 25 di Antonio Gramsci, intitolato “Ai margini della storia (Storia dei gruppi sociali subalterni)” ed è in continuità con il percorso fatto con il nostro festival, RXG (Rock X Gramsci). Lo scopo è quello di raccogliere e conservare i diversi materiali (libri, dischi, volantini, manifesti, fanzine, ecc.) prodotti dalle realtà culturali non egemoni del passato e del presente per renderli fruibili e provare a dar loro quella rilevanza che secondo noi meritano. Si tratta di un lavoro molto impegnativo e per questo, sin dall’inizio, abbiamo chiesto l’aiuto di alcuni partner con cui condividiamo la passione per la musica: la storica Alessia Masini, già nostra ospite durante la 17a edizione di RXG, Luca Zoccheddu dell’Agenzia creativa Altrove e Alessandro Cauli, con cui avevamo già organizzato diverse iniziative.

Ingresso casa natale di Gramsci ad Ales – Credits Associazione Casa Natale Antonio Gramsci

Soprattutto un termine come “partecipato” lascia intendere che non si tratta di un luogo fisico e statico ma di un organismo in continua evoluzione con infinite mutazioni umane e culturali.

L’archivio è anche un spazio fisico che ha sede nei locali di fronte alla casa natale di Antonio Gramsci che attualmente ospitano la nostra biblioteca ma non può e non vuole assolutamente essere qualcosa di statico. Esiste anche un sito su cui però dobbiamo ancora lavorare perché attualmente non è quello che vorremmo che fosse.

La scelta del termine partecipato nasce dalla consapevolezza che solo coinvolgendo un numero importante di persone sarà possibile, per citare Gramsci, acquisire quel “cumulo molto grande di materiali spesso difficili da raccogliere” di cui si parla nei “Criteri metodologici” del quaderno speciale. Inoltre pensiamo sia importante aprire il più possibile il campo di lavoro di questa esperienza perciò l’ evoluzione del progetto sarà determinata anche da coloro che vorranno contribuire con il loro apporto sia in termini materiali che di idee e suggerimenti. Non vogliamo costruire soltanto una collezione ma anche un luogo di confronto.

Mi sembra che questa voglia di esserci e di comunicare sia proprio una sfida per non restare “ai margini della storia” e uscire dalla cupa dissolvenza sociale che attanaglia i nostri tempi.

È sicuramente una sfida, soprattutto in considerazione del fatto che ci troviamo in un piccolo paese, Ales, che è periferia della periferia, e in un’area geografica che, per quanto bellissima. è tra le più povere della Sardegna. Pensiamo che la possibilità di spendere un importante patrimonio culturale, come è quello lasciatoci da Gramsci, unito alle straordinarie opportunità offerte dalla tecnologia, si pensi alla rete internet e ai social, permetta anche a chi vive in un’area sicuramente marginale rispetto ai luoghi di produzione culturale e politica di fare sentire la propria voce e partecipare in modo attivo alle vicende del “mondo grande e terribile”. Anzi, siamo convinti che sia proprio lo stare ai margini ad offrire un punto di vista differente attraverso cui immaginare percorsi di resistenza nei confronti delle culture egemoniche.

Inoltre la creazione dell’archivio, così come le altre iniziative portate avanti in questi anni, è anche un tentativo di contribuire a limitare il continuo flusso di giovani in uscita e prevenire i fenomeni di spopolamento e di deserto sociale sempre incombenti in un territorio periferico come quello dell’Alta Marmilla.

Intervista ai Not Moving LTD del 2019 – Credits Associazione Casa Natale Antonio Gramsci

L’Associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci di Ales – oltre all’archivio – è da sempre un punto di riferimento per tenere vivo lo spirito di Gramsci e divulgare la sua filosofia oltre a essere uno strumento per essere meno isolati e meno soli.

La nostra associazione lavora da oltre 30 anni alla diffusione e divulgazione del pensiero di Gramsci e da statuto ha come interlocutori principali i ragazzi; per questo tra le iniziative a cui teniamo maggiormente c’è il concorso “Immaginando Gramsci”, realizzato in collaborazione con l’Istituto Gramsci della Sardegna, l’ “Associazione per Antonio Gramsci” di Ghilarza e il “GramsciLab” dell’ Università di Cagliari e destinato alle studentesse e gli studenti delle scuole sarde di ogni ordine e grado. Oltre al già citato RXG e alle celebrazioni in occasione degli anniversari della nascita e della morte, organizziamo un Premio letterario a cadenza biennale, giunto alla XVIII edizione, e “Gramsci visto da dietro le sbarre”, un concorso di pittura riservato ai detenuti degli istituti di reclusione italiani. Inoltre i soci rendono possibile l’apertura della biblioteca della associazione e dell’archivio e sono disponibili su richiesta a far visitare la casa natale e la piazza realizzata da Giò Pomodoro.

Quello che fate, questa cosa di creare sistemi di pensiero dal basso in fondo è quello che auspicava Gramsci quando affermava che “ogni traccia di iniziativa autonoma da parte dei gruppi subalterni dovrebbe perciò essere di valore inestimabile…”. Una spinta a creare legami tra le persone che diventa uno strumento di lotta e di rivendicazione popolare.

In questi anni di attività una delle cose più entusiasmanti, secondo noi, è il numero enorme di contatti che nel nome di Gramsci siamo riusciti a creare. Siamo riusciti a far gravitare intorno ad una piccola comunità come quella di Ales (ridotta ormai a meno di 1400 abitanti) tantissimi studiosi, scrittori, poeti, musicisti, artisti e persone comuni con cui abbiamo creato legami e che contribuiscono alla crescita culturale di questo territorio. Da questa continua interazione e dagli innumerevoli stimoli da essa generati sono nati e si sono sviluppati alcuni dei percorsi che l’associazione porta avanti. Il lavoro svolto ha anche fatto aumentare la consapevolezza nei soci riguardo alla propria capacità di progettare e produrre dal basso iniziative in ambito culturale e sociale, e questa grande attenzione alle sollecitazioni che provengono sia dal territorio che dall’esterno determina una continua ricerca di nuovi spazi di espressione.

E poi c’è Rock X Gramsci che dal 1991 è un altro ottimo esempio di partecipazione popolare, di festa condivisa, di cultura che nasce e si sviluppa fuori dalle normali circuitazioni del sapere.

Per noi RXG è un eccezionale strumento di condivisione del pensiero gramsciano ed anche una vetrina per la promozione di proposte musicali indipendenti, che riserva sempre uno  spazio alle produzioni locali. La formula che abbiamo adottato ormai da diversi anni prevede anche un momento di dibattito con i protagonisti che ci permette di approfondire e di conoscere meglio i progetti presentati e i musicisti che ospitiamo.

Il concerto è gratuito, come tutte le attività della nostra associazione; il contesto è molto informale, simile a quello di una festa tra amici; non c’è alcuna separazione tra musicisti e pubblico, cerchiamo di creare uno spazio inclusivo in cui sia possibile intrattenersi a parlare con gli artisti e condividere il piacere di ascoltare musica dal vivo in una situazione estremamente rilassata e rilassante. È un momento in cui il senso di comunità è molto forte, grazie anche al contributo dell’Associazione musicale Dalton, con cui organizziamo il festival e dei tanti che ci danno una mano. Ci sembra che anche chi viene per la prima volta lo percepisca.

Rock per Gramsci – Credits Associazione Casa Natale Antonio Gramsci

Rock X Gramsci è ovviamente un momento di riflessione sul pensiero di Gramsci ma è anche il superamento dialettico di schemi e limiti che spesso affiancano la divulgazione del sapere. È un momento di incontro e di gioia condivisa, di partecipazione umana e di voglia di esserci contando sulle proprie forze e i propri mezzi. È anche una scommessa culturale nel riuscire a coniugare il pensiero di Gramsci con le più recenti derive culturali della contemporaneità.

Leggere Gramsci in un contesto come quello di un concerto rock è un’operazione un po’ azzardata, ci rendiamo conto, ma ci da la possibilità di fare arrivare l’attualità del suo pensiero anche a chi normalmente non si confronta con esso.

Ovviamente non vogliamo fare di Gramsci una icona pop, al contrario, pensiamo sia utile interrogarsi sulla sua modernità e sul suo possibile uso nell’analisi della società contemporanea.

Gli scritti selezionati nelle varie edizioni prendono spunto dall’attualità politica e sociale e ci permettono, utilizzando le riflessioni presenti nel testo gramsciano, di portare nel dibattito un punto di vista non scontato e non conforme, una sorta di ”cassetta degli attrezzi” che non ci lasci disarmati nel contrasto al pensiero unico che condiziona in maniera molto pesante la formazione del senso comune.

Anche la scelta degli artisti, pur con le limitate disponibilità economiche, cerca di esplorare territori di produzione culturale lontana dal mainstream in modo da valorizzarne la potenziale valenza politica di messa in discussione del sistema culturale propagandato dai mass-media e  imposto dalle classi dominanti.

Rock X Gramsci edizione 2019 – Credits Associazione Casa Natale Antonio Gramsci

Oltre a quello di cui abbiamo parlato immagino ci siano altri progetti, altre sfide, altre battaglia che voi e l’Associazione portate avanti. Così come mi immagino un bel cassetto pieno di nuove idee e nuove invenzioni. Come diceva Strummer “il futuro non è scritto” ma sta anche a noi tracciare le strade che ci piacerebbe percorrere.

L’attività della associazione si svolge con continuità per tutto l’anno e numerose sono le occasioni di incontro con studiose/i, e altri intellettuali che organizziamo nella nostra sede nella casa natale di Antonio Gramsci.

La gamma delle attività che proponiamo è molto ampia: oltre alle presentazioni di libri non mancano mostre di pittura, installazioni multimediali, reading e spettacoli teatrali, piccoli concerti. Da alcuni anni stiamo anche organizzando una piccola rassegna estiva di cinema all’aperto, curata dalla ricercatrice dell’Università di Cagliari Myriam Mereu, che prevede la proiezione di documentari e film di registe/i sarde/i o comunque prodotti in Sardegna.

Inoltre, grazie alla impagabile collaborazione con Alessandra Marchi del GramsciLab Unica, che è anche una cara amica, stiamo lavorando a un progetto che si chiama “Gramsci: la via maestra” e che speriamo di inaugurare nell’autunno del 2022. Si tratta di un percorso all’interno degli abitati di Ales e Zeppara che attraverso dei pannelli informativi porta il visitatore a conoscere la biografia di Antonio Gramsci, la sua famiglia, il suo impatto sulla comunità, la sua diffusione nel mondo, oltre ad approfondire alcuni dei temi della sua opera.

Anche le nuove idee ovviamente non mancano, ma se ne parlerà a tempo debito, state connessi…