È tutta scena - Fabrizio Ortu - intervista - Mauro Piredda - 2022 - Sa Scena - 11 novembre 2022

È tutta scena – Intervista a Fabrizio Ortu

Mauro Piredda È tutta scena, Interviste

Abbiamo intervistato amministratori locali e associazioni, chi produce dischi e chi organizza eventi, chi vende vinili e chi trasmette in radio, chi dirige bande musicali e chi scuole civiche e, tra le penne, chi pubblica fanzine e chi mette tutto in un libro. Questa volta è il turno di un giornalista sardo che, de jure e de facto, inseriamo nella nostra scena pur scrivendo su riviste che non hanno il territorio come confine ma il genere. Una chiacchierata contrastante, in perfetto equilibrio tra la forza di un movimento sonoro che ha retto la prova del tempo e la constatazione di una scena metal che in Sardegna non c'è (più). Ma che potrebbe (ri)nascere se… Buona lettura.

Ciao Fabrizio, questo giro abbiamo deciso di intervistare un collega di penna. E questa intervista con te cade in un momento dove le riviste della “tua” Say Yes Publishing, ossia Classix, Classix Metal e Rrazörr, avranno un'uscita diversa, non più in edicola. Parlacene, anche a noi che in edicola non siamo mai usciti.

A condurre il vascello Say Yes c'è da sempre Francesco “Fuzz” Pascoletti. Si tratta di una persona particolarmente creativa a cui è sempre piaciuto guardare avanti e anticipare le tendenze del mercato con riviste come Psycho! o la stessa Classix, la prima rivista in lingua italiana dedicata al Classic Rock. Al momento la decisione di lasciare le edicole è, non a caso, accompagnata dalla scelta di produrre riviste monografiche dedicate per esempio ai Death, all'Aor o alla Nwobhm. Ciò consente di alzare ancora di più il livello dell'approfondimento e di concentrare l'attenzione anche su gruppi che le altre riviste in lingua italiana probabilmente non menzionerebbero mai.

E come procede? Che feedback avete al momento?

Il successo della campagna abbonamenti conferma la bontà della svolta. Chi cerca nelle riviste una guida alle nuove uscite e agli acquisti sarà certamente soddisfatto dalla nuova Wantlist, dedicata totalmente alle recensioni, che può essere ordinata online in formato cartaceo tradizionale o scaricata gratuitamente in pdf.

Francesco “Fuzz” Pascoletti (Credits: Classix & Classix Metal magazines fb)

Hai poc'anzi citato la scena inglese della New wave of british Heavy Metal fatta conoscere in terra d'Albione anche da pubblicazioni come Sounds e Kerrang!. Stiamo parlando di diversi decenni fa. Quanto sono importanti oggi le riviste settoriali?

È difficile valutare quale sia il peso delle riviste settoriali in questi anni di podcast, gruppi telegram e newsletter. Di certo, per me, le riviste hanno rappresentato e rappresentano ancora una piacevole abitudine e un punto di riferimento. I miei ascolti si sono evoluti e sviluppati anche grazie alla lettura di articoli e recensioni con la firma di “penne fidate”. Storie e consigli rock che mi hanno permesso di andare molto oltre la lista delle maggiori 25 band in circolazione a cui si limita spesso l'ascoltatore medio.

Una copertina di Kerrang! sulla bustina del disco “Denim and Leather” dei Saxon (Credits Mauro Piredda) 

In questa rubrica abbiamo intervistato ideatori di fanzine, come ad esempio “In your face” in merito all'Hc in Sardegna. Forse la presenza di una ‘zine come quella ci da qualche info sullo stato di salute di una determinata scena. Come è messa quella metal in Sardegna, ammesso che di scena si possa parlare.

Non sono mai stato un grosso fruitore di fanzine. Posso però dire che per quanto riguarda il metal una scena sarda sia esistita al termine degli anni '80. I Rod Sacred, ancora attivi, ne erano gli alfieri insieme ai Lochness, una fantastica miscela di influenze fra Queensryche e Malmsteen che invito a riscoprire. In anni più recenti ho apprezzato molto gli Holy Martyr, band epic metal con radici nel cagliaritano, autori di uno dei miei album preferiti in assoluto. Si tratta di “Invincible”, un concept che prende spunto dai film dedicati ai samurai e all'etica del Bushido, come “Zatoichi” e “Ghost Dog”. Ecco, spero che i musicisti sardi ritrovino il coraggio di superare la moda delle tribute band per cercare percorsi creativi personali o comunque liberi, come hanno fatto le band citate.

Reperti della scena metal sarda. Credits: Rod Sacred

Pensi che tale stallo possa essere anche determinato da un approccio narrativo che vede nel metal un genere per sedicenni brufolosi, per pagani che sognano la Norvegia. O, bene che vada, un asilo politico per gli shredder?

Ho l'impressione che in generale il metal continui a essere sostanzialmente ignorato e che gli appassionati del genere siano considerati come un'enorme comunità di extraterrestri provenienti da un mondo lontano e governato da strane regole. A ben vedere, però, si tratta di un genere che ha retto alla prova del tempo e ha inciso profondamente nella cultura di massa. In una delle migliori serie degli ultimi anni, “Stranger Things”, la “nostra storia” emerge in maniera brillante e ironica. Il metal ha vinto la sfida col tempo.

Torniamo al nostro lavoro. Parlaci di Classix, Classix Metal e del tuo ruolo, da quando vi hai messo piede fino ad oggi.

La mia collaborazione con le riviste Classix e Classix Metal (e ora con la nuova rivista di recensioni Wantlist) cominciò nell'estate di quattro anni fa. Il Fuzz pubblicò una sorta di bando per la selezione di collaboratori sotto forma di post facebook e io, lettore di lungo corso delle riviste del gruppo, decisi di partecipare: occorreva inviare via email cinque recensioni da 1000 caratteri. Mi sembra di ricordare che proposi proprio “Submission” dei nostri Rod Sacred ma anche “Thunder And Lightning” dei Thin Lizzy, “Symphatetic Resonance” degli Arch/Matheos, “Scream For Me Sarajevo” di Bruce Dickinson e “Canto di Primavera” del Banco del Mutuo Soccorso. Fui selezionato e la collaborazione prese il via.

Una rece di Fabrizio a fianco a due del grande Della Cioppa

Ma tu non ti occupi solo di recensioni, però.

No. In questi anni ho avuto la possibilità di scrivere numerose recensioni, ma ciò di cui sono più orgoglioso di aver firmato sono i due lunghi pezzi di approfondimento sui Maiden pubblicati su Classix Metal: il primo dedicato al periodo “Brave New World” (febbraio 2020) e il secondo più recente dedicato all'era di “Somewhere In Time”, album del 1986, futuristico e di svolta per i cinque inglesi. Mi piace ricordare anche l'intervista telefonica col mitico Vittorio Nocenzi del Banco Del Mutuo Soccorso in occasione della pubblicazione del concept album “Transiberiana” (2019), in cui il tastierista non solo mi raccontò i nuovi progetti della band, ma ricordò con grande passione gli anni nella Manticore e una infuocata jam con Keith Emerson nel teatro londinese utilizzato come sala prove dagli Elp. Più in generale trovo l'ambiente della redazione molto stimolante, con piena possibilità di proporre idee da parte di ogni collaboratore.

Il numero di Classix Metal con il lavoro di in copertina

Ecco, siccome collabori con storiche penne come Gianni Della Cioppa e il già citato “Fuzz”. Quanti e quali insegnamenti hai tratto dal loro mestiere e quanti e quali dalla loro componente umana.

Trovo difficile distinguere fra le due componenti. Di certo avere a che fare con persone di tale esperienza e mestiere per me è stato ed è prezioso. Francesco coordina e assembla con estro tutti gli elementi che vanno a comporre ogni nuovo numero delle riviste. È molto esigente e le sue osservazioni e correzioni mi spingono sempre a cercare di fare il meglio. Gianni è una vera e propria macchina da guerra del rock. Con lui ho un rapporto meno diretto e nei suoi confronti continuo a essere soprattutto un lettore affezionato di libri e articoli (e anche della sua ultima rivista autoprodotta Andromeda).

Un altro passaggio sulla Sardegna, prima di chiudere, e sulla sua dimensione live. I concerti sono pochi, ma possono aiutare?

La Sardegna è praticamente fuori dai circuiti rock internazionali. Abbiamo però il meritevole Rock'n'Bol a Bolotana e altre realtà importanti nella nostra Isola. A dicembre la Cueva Rock ospiterà per la seconda volta i grandi Voivod e in un passato non lontano hanno calcato il palco di Quartucciu band come Obituary, Nuclear Assault e Yawning Man. Sì, i concerti possono aiutare. Il Rock'n' Beer di Valledoria, ad esempio, accanto ad artisti internazionali come Blaze Bayley ha dato spazio a realtà sarde come i Super Wizard di Cagliari, creativi interpreti delle sonorità hard blues dei '70.

Una foto dell'ultimo Rock n Bol di Bolotana (Credits: Rock n Bol)

Ok, arriviamo al termine: cosa consiglieresti a chi oggi vuole scrivere di musica?

Posso solo dire che il mio percorso di scrittura in ambito musicale è troppo breve per permettermi di dare consigli, se non quelli di fare precedere la scrittura da un lungo periodo di ascolti variegati e letture approfondite e di trovare una propria nicchia di specializzazione.