È tutta scena! – Casteddu Street Lads

Luca GarauÈ tutta scena!, Interviste

è una realtà, sorta nel 2022 e attiva nel capoluogo, con il pallino delle culture di strada, da quella mod, a quella OI! e skin. Attraverso presentazioni di libri, dibattiti, concerti e gli immancabili dj set alimentano il fuoco che, dalle periferie inglesi, passando per le piazze di Torino, continua a scaldare cuori e animi.

Abbiamo chiacchierato con Edo e Diego, e per loro tramite con tutta la crew, di passato, di presente, di etica e di estetica.

Credits by Casteddu Street Lads

Ciao Edo e ciao Diego, come prima cosa raccontateci come nasce Casteddu Street Lads?

La crew CSL nasce nel 2022 dall’unione di un gruppo di ragazzi e ragazze, provenienti sia da Cagliari che da altri centri dell’isola, ma in ogni caso tutti di stanza nella città.

C’è una “preistoria” che parte nel periodo Covid, quando alcuni di noi hanno sentito l’esigenza di iniziare a (ri)mettere un po’ di carne al fuoco nell’ambito underground cittadino, partendo con l’aggregare chi già frequentava certi ambienti (bar, locali, concerti, stadio e via dicendo) e si conosceva di persona o anche solo di vista.

Dopo svariate riunioni abbiamo trovato una quadra su nome e simbolo, iniziando a delineare i primi eventi che avremmo organizzato. Sin da subito abbiamo avuto chiaro che non si voleva mettere su un’”associazione culturale”, ma appunto una realtà che “marcasse il territorio” portando i propri contenuti e la propria esperienza.

Il battesimo ufficiale si può effettivamente ricondurre all’aprile del 2022 quando organizzammo il nostro primo vinyl set al Red Rocks, ottimo locale al quale siamo parecchio legati.

Qual è il core di CSL?

Come dicevamo prima il senso di CSL è quello di dare il nostro contributo a una realtà, la Casteddu Underground, che ci ha cresciuti e che riteniamo importante. Quello che facciamo è in primis vivere i bar e le piazze e poi ovviamente dare una nostra impronta anche tramite l’organizzazione di live, dj set, eventi culturali. Chiaro che questo aspetto è quello che più ci fa conoscere alla città, in particolare a quella parte che altrimenti non verrebbe mai a sapere di noi. Tramite certi appuntamenti cerchiamo anche di vivacizzare e – perché no – di far conoscere maggiormente alcuni dei posti che quotidianamente frequentiamo: senza fare torto a nessuno, in questo senso ci piace citare, ad esempio, il Roxy Bar, dove spesso ci riuniamo, dove abbiamo dato vita a delle serate memorabili e che soprattutto consideriamo uno degli ultimi veri posti popolari rimasti in una città devastata dagli spritz di Piazza Yenne. Che poi, non abbiamo nulla contro gli aperitivi, né contro il centro città, né tantomeno contro gli spritz (a meno che non sappiano d’acqua), ma non è questo il punto.

Credits by Casteddu Street Lads

Cagliari è una città con diverse storie che pescano a piene mani dalla controcultura. Esiste anche una storia mod, street?

In generale gli stili di strada (o subculture) hanno avuto una loro storia a Cagliari come in generale in Sardegna. Se parliamo in particolare di mods e skins, cioè quelli in cui effettivamente si riconoscono diversi nostri componenti, hanno avuto una storia importante anche se minoritaria. Anni fa (tra gli ‘80 e i ‘90)  i ragazzi di Cagliari si incontravano ad esempio in Piazza Repubblica, che era un po’ un “melting pot subculturale”. La maggior parte di noi non ha vissuto quegli anni per una questione anagrafica. Per arrivare a tempi più recenti, una ventina di anni fa era il Bastione a ricoprire questo ruolo. Una parentesi a parte va fatta per le band. In particolare possiamo citare un gruppo come The Emotionz, interprete di alto livello del mod rock; parlando invece di Oi! e streetpunk le band erano ancora più numerose. Al di là delle band ci sono state scene che – come è normale che sia – hanno avuto periodi di grassa e di magra.

E il presente com’è?

Banale dire che i tempi sono cambiati e anche piuttosto rapidamente. Nella nostra crew copriamo varie generazioni, a partire dai ventenni, ma la maniera di rapportarsi gli uni con gli altri si è, in generale, evoluta nel tempo. Non sta a noi dire se in meglio o in peggio, ma neanche troppi anni fa incontrarsi, produrre fanzine, mettere su band, creare e portare avanti (anche radicalmente) una propria identità stradaiola, era fondamentale per tanti, anche se non per tutti. Oggi forse lo è un po’ meno ed è uno dei motivi per cui il famigerato ricambio generazionale è difficoltoso. Alcune rigidità di certi stili di vita può darsi che mal si adattino ai tempi, ma allo stesso tempo le realtà esistenti sono vive e vegete e per noi un certo approccio (mai fossilizzato o fermo a ipotetiche età dell’oro) rimane fondamentale.

Credits by Casteddu Street Lads

Nella scena musicale isolana di oggi, chi secondo voi incarna quel tipo di estetica?

Gli Emotionz li abbiamo già citati e se parliamo di modernismo possiamo citare anche The Factory – Modern Blues Project guidati dal buon Giuliano di Sassari, altra città da sempre attiva sul fronte mods&skins e che nel tempo ha prodotto una scena di rilievo.

In realtà ci sono soprattutto diverse band con alcuni singoli componenti che portano avanti certi stili e/o che nel complesso propongono i suoni a noi cari: ci vengono in mente i C4 (storica band dell’oristanese), i Sezione Ribalta di recente riformatisi, i Factory Kids (band indie rock capitanata dal nostro dj Modbrother), i Dancefloor Stompers e i Blacklash 4tet di Gianmarco Diana o ancora The Boogers, band di pub rock con alla chitarra Ale Rizzu, vecchio skin casteddaio.

E a proposito, dove finisce l’estetica e dove inizia l’etica?

Se dicessimo che per diversi di noi e, in generale, per chi porta avanti certi stili, la questione estetica è del tutto secondaria o che non interessa minimamente, non saremmo onesti.

Tuttavia, possiamo dire con altrettanta certezza che l’aspetto valoriale per noi è quello centrale. Per chi vive un certo tipo di vita, l’apparire senza essere non ha alcun senso.

Non siamo dei fighetti mascherati da ribelli. Incontrarsi, sottolineare la propria presenza, organizzare, vivere liberi da mode e imposizioni mediatiche, fare da noi quello che ci piace e proteggerlo dalle strumentalizzazioni: questo è quello in cui effettivamente crediamo, il resto viene dopo.

Credits by Casteddu Street Lads

Dopo tutte queste considerazioni rimane una domanda: qual è la ragione che vi spinge a farlo?

Come dicevamo all’inizio, ci siamo tutti conosciuti nei meandri dell’underground cagliaritano e sardo, frequentando eventi e organizzandoli in prima persona. Il nostro obiettivo era ed è quello di dare una nostra interpretazione a tutto ciò, alimentando la fiamma e creando ulteriore aggregazione. Casteddu, la Sardegna e le sue scene non hanno niente da invidiare ad altre scene mediterranee e persino europee. Lo diciamo con cognizione di causa, perché alcuni di noi vivono o hanno vissuto fuori dall’Isola e altri quando possono prendono volentieri un aereo per concerti e allnighter.

Certo nessuno di noi vive di questo: abbiamo tutti impegni dettati da lavoro e vita privata. Dunque la motivazione per tenere in vita tutto ciò può derivare solo dalla passione e dalla volontà di stare insieme ai nostri amici e alla gente che come noi è legata a quello in cui crediamo.

Cosa avete in cantiere per la prossima stagione?

Il prossimo evento che abbiamo già reso pubblico è il live dei Dalton, gran band di Roma, in programma per il 20 gennaio a Cagliari. A breve sveleremo tutti i dettagli!

Ci auspichiamo poi di partire il prima possibile con gli allnighter di musica soul/rnb, beat, ska… Abbiamo l’ambizione in questo senso di far entrare Casteddu nella mappa quantomeno mediterranea di questi eventi, che vedono ancora attive delle scene degne di considerazione.

Non mancherà sicuramente qualche dj set “estemporaneo” sulla falsariga di quelli che come CSL già abbiamo proposto e attenzione al breve/brevissimo termine perché potremmo tirar fuori una gradita sorpresa.

Unu saludu a totu is piciocus/as de Sa Scena… Casteddu Street Lads: genti de bar… Pagus, macus, unius!