È tutta scena - Dromos Festival - Salvatore Corona - intervista - Simone La Croce - 2022 - Sa Scena - 22 luglio 2022

Dromos Festival

Simone La CroceLive report

Il racconto della ventiquattresima edizione del festival

Fotografie di Daniele Fadda e Francesco De Faveri

Si è conclusa lo scorso 27 Agosto la ventiquattresima edizione di con l’esibizione di Alex Britti a Neoneli, dove ha presentato il suo primo disco strumentale, ovviamente blues, ma con tutte le sfumature che ne hanno contraddistinto la carriera. Ad attenderlo una piazza piena e, sul palco, un ospite di eccezione come il trombettista Flavio Boltro, accoppiata che un po’ sintetizza le scelte artistiche degli organizzatori, in costante equilibrio tra musicisti di richiamo e artisti di nicchia, sempre con un occhio di riguardo alla musica suonata e alle varie sfaccettature del  jazz.

Dromos Festival - Ludovico Einaudi - Tharros - Anfiteatro - Daniele Fadda - photogallery - Simone La Croce - live report - 4 agosto 2022 - Sa Scena - 6 agosto 2022
Ludovico Einaudi live @ Tharros – Credits Daniele Fadda

Il cartellone di quest’anno, oltre allo stesso Britti, ha visto infatti avvicendarsi nomi come Ludovico Einaudi, Iosonouncane e Incognito a artisti meno conosciuti al grande pubblico, che hanno però tenuto elevato il livello musicale della manifestazione. Una formula che Dromos replica con successo ormai da anni, garantendosi buoni introiti dalle esibizioni di blasone e permettendosi, così, di poter offrire al pubblico concerti in location più intime e suggestive. Un connubio non proprio semplice da realizzare, che fa affidamento su un team altamente qualificato e su risorse, ingenti e diversificate, di cui pochi altri festival in Sardegna possono disporre. Diversamente non sarebbe possibile fare rete con soggetti e territori anche molto diversi tra loro: questa ultima edizione ha visto infatti concerti in dieci comuni sparsi tra l’oristanese, il Sarcidano, la Marmilla, il Barigadu e il Mandrolisai

Salvatore Corona, direttore artistico e patron della manifestazione, nell’intervista rilasciata alla fine di luglio a Sa Scena, individuava proprio in questi aspetti – networking, team e pubblico – i principali fattori che hanno contribuito ai successi di Dromos e che lo hanno portato ad affermarsi, in quest’ultimo decennio, tra i principali eventi musicali, e non solo, in Sardegna.

Dromos Festival - IOSONOUNCANE - Daniela Pes Bauladu - Anfiteatro Comunale - Daniele Fadda - photogallery - Federico Murzi - live report - 31 luglio 2022 - Sa Scena - 4 agosto 2022
Iosonouncane live @ Bauladu – Credits Daniele Fadda

La scelta di portare Einaudi all’interno dell’area archeologica di Tharros è stata premiata con tre giornate consecutive completamente sold out, mentre il concerto di Iosonouncane nell’anfiteatro comunale di Bauladu ha coinvolto un pubblico più votato alla musica alternativa, che gli organizzatori di Dromos fanno bene a tenersi stretto. Una buona risposta di pubblico è arrivata anche per le esibizioni di numi tutelari, sempre presenti in cartellone, come gli Incognito, Richard Galliano, Baba Sissoko o Yilian Caňizares

Quello che però emerge nel bilancio finale sulla manifestazione (una ventina di date in poco più di un mese, per capirci), non evidente nell’eco mediatica dei concerti di grido, sono gli eventi apparentemente minori – ma tutt’altro che tali – allestiti in spazi inusuali, meno adatti alle grandi folle, e con ingressi a prezzi popolari che non ripagano certo degli investimenti fatti per la loro realizzazione. Segno di una particolare attenzione da parte degli organizzatori alla qualità della proposta, in questo non necessariamente vincolata al ritorno economico. Il Terme Romane Festival e le esibizioni di Antonello Salis e di Khaleb ben rappresentano tali propositi da parte di Dromos.

Neue Grafik Ensemble live @ Terme Romane Festival – Credits Francesco De Faveri

Il breve “festival nel festival”, alla sua primissima edizione, ha aperto Dromos ai primi di luglio nella splendida cornice delle terme romane di Fordongianus. Una due giorni sulle rive del Tirso – location peraltro già battuta con successo negli ultimi anni – che ha visto sul palco, in prima battuta, i londinesi Neue Grafik Ensemble, protagonisti della nuova scena londinese, e i lombardi 72-Hour Post Fight, autentica rivelazione della prima giornata e promessa assoluta del jazz italico, che di italico ha ben poco. Il giorno seguente è stata la volta dei nostrani Freak Motel, freschi del nuovo EP Freakenstein e ormai punta di diamante delle giovani avanguardie isolane, e del set del losangelino Louis Cole, esplosivo batterista e producer che ha lasciato di stucco la platea domenicale, fortunatamente più nutrita di quella del giorno precedente. Anche la scelta di aprire il festival con due giorni di musica giovane ed estremamente attuale, con biglietti accessibili ai più e con il conseguente rischio di “andare sotto” con gli ingressi, merita da sola un grande plauso.

Luis Cole live @ Terme Romane Festival – Credits Francesco De Faveri

Nei terreni antistanti il tempio ipogeico Sa Scaba ‘e Cresia a Morgongiori, con la scenografia offerta dalle maestose pareti basaltiche all’interno delle quali si trova la celebre scalinata di origine nuragica, si è esibito Antonello Salis con l’Orchestra Jazz della Sardegna. Il Maestro Riccardo Fassi, direttore dell’ensemble sassarese e amico di vecchia data dell’eclettico pianista e fisarmonicista villamarese, ne ha arrangiato alcuni dei brani più celebri per riproporli in un set più unico che raro, non tanto per la suggestione del luogo, quanto proprio per l’eccezionalità di concerti jazz orchestrali in terra sarda. Altro punto a favore degli organizzatori del Dromos festival, che sono riusciti ad allestire in una location impervia e difficilmente raggiungibile, un palco per una ventina di elementi e a dare vita a una delle esibizioni più emozionanti della kermesse, visibilmente sentita da tutti i musicisti che si sono alternati sul palco, compresi quelli che si sono avvicendati in apertura, come il Cuncordu e Tenore de Orosei, il lanueddista Luigi Lai e la cantante Elena Ledda.

Antonello Salis e Orchestra Jazz della Sardegna live @ Morgongiori – Credits Francesco De Faveri

Quella di Mitza Margiani è una località immersa in una fitta lecceta nel territorio di Villa Verde, in piena Marmilla. Nell’area dove si trova una sorgente già teatro di svariati concerti negli ultimi anni, si è tenuto il live set di Raffaele Costantino, producer (ma anche giornalista, ricercatore, divulgatore, conduttore radiofonico e DJ) di origini calabresi che ha portato in scena il suo ultimo progetto, Khalab. Un progetto di rivisitazione della musica black che parte dal tribalismo ancestrale per arrivare all’elettronica della club culture, un afrofuturismo che fa ponte tra la scena losangelina e quella londinese e che lo ha portato a collaborare con suoi contemporanei di fama come Tenderlonius, Sarathy, Moses Boyd e Shabaka Hutchings, fino alla benedizione di Gilles Peterson su BBC Radio. E la sua esibizione non ha certo deluso le aspettative rispetto a cotanto background: un lungo live set ipnotico, ricercato, da dancefloor, e per questo estremamente raro per le nostre latitudini, impreziosito dal sax di Tamar Osborn e dalle ritmiche di David Paulis a basso e synth ed Enrico Truzzi alla batteria. Una piccola perla che da sola è valsa la sfacchinata.

Khalab Quartet live @ Villa Verde – Credits Francesco De Faveri

Dromos non è certo nuova a intuizioni come quella di Khalab, dei Neue Grafik Ensemble, dei 72-Hour Post Fight o di Louis Cole: in passato, senza aspettare che fossero all’apice dell’hype, ha portato in Sardegna nomi come Nubya Garcia, Kokoroko, Alfa Mist, Bixiga ‘70, C’mon Tigre e The Heliocentrics. Senza peraltro rinunciare agli artisti emergenti locali, scelti sempre con attenzione: quest’anno, oltre ai Freak Motel, presenti infatti in cartellone anche Irene Salis, Daniela Pes, Alessandro Cau e Tancredi Emmi nel trio di Giorgio Crobu. Una vision che, sul piano musicale, giustifica e compensa scelte più spendibili, confermando una attenzione al contemporaneo e una capacità di mettere scientemente il naso al di là del mare senza mai cadere nel banale o nella tentazione del déjà vu.