Quinto album per il progetto Dream Weapon Ritual disadorna collaborazione tra Simon Balestrazzi e Monica Serra iniziata nel lontano 2006 (ma anche prima se si considera la militanza comune negli ultimi T.A.C.) e diventata nel tempo uno delle esperienze più interessanti nell’universo dell’elettronica sperimentale e della ricerca sonora.
I primi vagiti sonori proposti dal duo risalgono al 2009 quando TiConZero pubblica in CD Like A Tree Growing Out Of A Sideways che fa capire subito da che parte ci vuol portare questa strana coppia: una nervosa e instabile commistione tra umori elettronici, glitch e fruscii che accolgono le tante voci di Monica Serra a sua volta disturbata da suoni registrati in uno scenario infestato da insolite forme di vita. New weird folk per un mondo in preoccupante dissoluzione con particolare interesse a tutto ciò che sfugge al controllo e alla logica del mondo reale, un neo primitivismo che interseca e demolisce la naturale concezione del tempo, della natura, dello spazio. Nel 2011 sarà sempre TiConZero a supportare l’uscita di Another View, ancora in formato CD stavolta nella divisione Magick With Tears in un’elegante confezione cartonata: due lunghe tracce che rafforzano i concetti già esposti in precedenza con quel continuo alternarsi di realtà e finzione, di quello che è e di quello che potrebbe essere e un punto di vista altro che inquieta, turba, non lascia indifferenti.
Il 2015 segna il passaggio del duo alla label veneta Boring Machines e la pubblicazione in vinile di Ebb & Flow una suite in 5 movimenti che in qualche modo allarga lo spettro delle sollecitazioni sonore anche grazie a diverse collaborazioni sparse lungo l’arco dell’intera suite: M.S. Miroslaw, Massimo Olla, Paolo Sanna, Donato Epiro e Antonio Gallucci: una squadra di collaudati devastatori uniti dalla comune voglia di andare oltre il consueto ronzio dei nostri tempi. Nel 2018 – ancora per Boring Machines – arriva The Uncanny Little Sparrow in una eccellente versione vinilica che comprende un booklet con i due musicisti ripresi in sembianze ornitologiche che è ormai il marchio di fabbrica del duo.
Nel 2020 la line-up si allarga con l’ingresso di Laura Farneti e nel 2022 si registra il passaggio della band alla label toscana Dissipatio (con cui Balestrazzi aveva già collaborato con altri progetti) e l’uscita di Strata che ribadisce la cifra estetica del progetto seppur con le dovute varianti evolutive. Quello che arriva alle nostre orecchie è ancora una distorta e allucinata combinazione di improvvisazione radicale, elettronica, strumenti acustici, suoni catturati dall’ambiente, voci umane e post-umane e una miriade di uccelli di ogni forma e provenienza. Una forma estetica difficile da raccontare e da sintetizzare in dettaglio che solo un ascolto attento e partecipato riesce a districare nella sua complessità fatta di strati sonori in sovrapposizione, di minime cellule sonore appena percettibili, di fantasmi che infestano lo spazio uditivo. Musica che ha bisogno della giusta concentrazione e da fruire con i giusti accorgimenti magari con una buona cuffia.
Così come risulta fondamentale affrontare queste musiche nella loro globalità, come corpus sonoro omogeneo in cui ogni frammento risulta funzionale alla comprensione dell’insieme e ogni release è parte essenziale di una narrazione che non merita di essere dispersa. Quello che sembrava uno dei tanti semi piantati da Balestrazzi nel suo mestiere di coltivatore di suoni è diventato un albero dalle solide radici, un punto di riferimento assoluto e un rifugio sicuro per miriadi di pennuti che vi svolazzano felici, senza gabbie, senza padroni.