Se mai dovessero chiedermi di descrivere il bebop, probabilmente comincerei a elencare tutti gli stereotipi del caso: locali notturni affollati e possibilmente malfamati, pubblico chiassoso, palchi piccoli con band stipate, musiche sinuose e aggressive. Probabilmente mi metterei a citare pomposamente Miles Davis: «Bird è stato lo spirito del movimento bebop, ma Dizzy ne era la testa e le mani, era lui che teneva insieme tutto».
Charlie “Bird” Parker morì a New York nel 1955: di S. Anna Arresi non seppe mai nulla. Dizzy Gillespie ci è stato preservato sino al 1993, e tanto è bastato per portarlo sul palco di Ai confini tra Sardegna e jazz nel 1988.
Sant’Anna Arresi è stata abbondantemente narrata e descritta da Daniele Mei per festeggiarne i trentatré anni (2018) e da Claudio Loi a un anno circa dalla scomparsa di Basilio Sulis. Daniele scriveva che l’esibizione di Dizzy Gillespie è stata uno degli apici della Sardegna come isola del jazz. Nel video di oggi c’è tutto questo: una big band dalla pasta di suono amalgamata perfettamente, groovosa e romantica , Dizzy con la campana della tromba piegata verso l’alto, luglio che volge al termine, immagini sgranate. Probabilmente ho elencato un’altra serie di stereotipi, ma se dovessero chiedermi di descrivere Sant’Anna Arresi non mi verrebbe in mente altro. So long, Dizzy.