Abbiamo intervistato Diego Pani, organizzatore del Festival Vulcani – Blues nel Montiferru, giunto alla quinta edizione.
Intervista di Simone Murru
Quando e come è nato il festival? Ci sono stati altri episodi di blues precedenti al festival?
Vulcani – Blues nel Montiferru è nato cinque anni fa, ma l’idea di organizzare un festival all’interno dell’Antica Dimora del Gruccione è molto più vecchia. Io e Lucilla Speciale, proprietaria e manager dell’albergo, parlavamo di portare la musica nella corte dell’albergo da quando eravamo appena quindicenni. Penso sia tutto relativo a quel posto. Quella piccola corte del XVII secolo è un luogo magico, permeato da un’atmosfera incredibile. Ci siamo trovati subito d’accordo sulle modalità organizzative e sulle scelte artistiche, è stato tutto molto naturale e penso sia questo il segreto per cui questo nostro festival sia arrivato alla sua quinta edizione.
Il programma è semplice. Chi partecipa a Vulcani può prendere parte ad un concerto di blues quasi sempre acustico, in una situazione intima e a numero chiuso. All’ingresso per il concerto è abbinata la cena, preparata dal formidabile team dell’albergo diffuso. Quello che proponiamo è una esperienza che unisce musica e territorio, blues e Montiferru. Al festival è inoltre abbinata una serie web che comprende interviste e performance degli artisti coinvolti.
Potete dare uno sguardo alla raccolta di video (oltre 30) su questo link: https://www.youtube.com/playlist?list=PLPkE-aj949d5m6GlLQbhTtgalrPJ9Jutf
Sono diversi gli episodi “blues” curati da Talk About Records prima di Vulcani, primi fra tutti i festival “Talk About Rock’n’Roll” in cui abbiamo portato a Santu Lussurgiu, nel 2007, 2008 e 2011, diverse formazioni di blues e Rock’n’Roll. Da questi primi festival è nata quella che oggi è Talk About Records. Prima di Vulcani, avevamo collaborato a pieno titolo con diversi artisti di blues come Francesco Piu, Paolo Bonfanti, Sunsweet Blues Revenge, Blues Against Youth, The Cyborgs, Di Maggio Connection, Rekkiabilly, solo per citarne alcuni.
Potete trovare una raccolta di locandine e flyer sul nostro sito, se voilete: https://talkaboutrecords.wordpress.com/events
Quali sono le ricadute sia culturali/musicali che economiche nel territorio?
Attraverso Vulcani riusciamo ad assicurare una programmazione artistica di rilievo in un piccolo centro come Santu Lussurgiu, cercando di costruire un dialogo tra musiche geograficamente “lontane” come il blues e eccellenze del territorio legate alla produzione alimentare e vitivinicola.
L’ albergo diffuso “Antica Dimora del Gruccione” è impegnato, fin dalla sua fondazione, in una ricerca, promozione e valorizzazione delle risorse territoriali, e la produzione di Vulcani si inserisce perfettamente in un più ampio spettro di azione locale dal respiro internazionale.
Tra le principali idee che muovono Talk About Records c’è invece quella di portare la propria proposta musicale nei piccoli centri della Sardegna, di favorire e promuovere la cultura della musica, partendo dagli spettacoli dal vivo. Vulcani crea quindi un’occasione per l’incontro tra persone, realtà produttive ed artistiche.

Quante persone lavorano dietro il festival?
Il festival è frutto della collaborazione tra Talk About Records e l’Antica Dimora del Gruccione, il che comprende un team davvero grande.
Talk About Records si occupa della direzione artistica e tecnica del festival, dell’ufficio stampa e della comunicazione. Mi occupo di tutto questo personalmente insieme a mia moglie Elena Cabitza, che segue soprattutto la parte visuale della comunicazione.
Il team di Antica Dimora del Gruccione, sapientemente guidato dalle proprietarie Gabriella Belloni e Lucilla Speciale, si occupa di tutto ciò che concerne l’ospitalità, la ristorazione, l’accoglienza degli ospiti. Ogni serata è presentata da un’azienda locale e, attraverso la Chef Sara Congiu e il Sous Chef Daniele Craba, viene raccontata con menù dedicati, ogni volta diversi, inserendo Vulcani in un più ampio discorso di valorizzazione, cultura e promozione del territorio.
Ci sono stati episodi, non solo musicali, che hanno lasciato il segno o comunque da raccontare?
Non parlerei di un episodio, ma di una personalità in particolare.
Mi riferisco a Lorenzo, River of Gennargentu. Ho avuto la fortuna di poterlo fare esibire per la prima volta dal vivo proprio a Vulcani, e non immagini quanto questo mi renda orgoglioso. Tramite il festival e l’attività con l’etichetta io e Lorenzo abbiamo costruito una proficua collaborazione e una grande amicizia che dura da tanti anni ormai, che ci ha permesso di produrre ben due diversi dischi insieme (il suo primo “Taloro Ep” e lo split su cassetta “Live on Tape” e di confrontarci su che cosa significa per noi “blues”.

Il Vulcani ha promosso musicisti sardi e non che anche dopo un anno sono stati coinvolti in circuiti internazionali di rilievo per il genere, vedi il caso di Dani Franchi, mi racconti come programmate il calendario e come fate per la ricerca e la scelta degli artisti?
La programmazione non segue un percorso premeditato, ma è frutto dei miei incontri con musicisti e musiche di cui mi innamoro. Spesso, appena sento un bluesman, mi capita di immaginarlo istantaneamente seduto sulla sedia posta tra l’arcata di ingresso dell’Antica Dimora del Gruccione. Quando succede, penso subito a contattarlo. Altre volte capita invece che siano amici musicisti a propormi dei concerti. Le modalità sono sempre diverse. Ci tengo però a puntualizzare una cosa: tutti gli artisti che partecipano a Vulcani sposano l’idea stessa di questo festival. Aldilà di qualsiasi “ingaggio”, le personalità coinvolte in questi cinque anni hanno voluto essere parte di questo progetto proprio perché profondamente interessati all’attività di Talk About Records, all’Antica Dimora del Gruccione, a Santu Lussurgiu e al Montiferru. Questi fattori sono inscindibili, e aggiungo, siamo stati molto fortunati, solamente nella prima edizione abbiamo avuti padrini d’eccezione come Francesco Piu e Paolo Bonfanti, portando a Santu Lussurgiu, negli anni, più di 20 artisti diversi.
Il Vulcani si muove tra Blues e generi molto vicini comunque popolari, c’è mai stato un incontro con la musica sarda?
Dipende da cosa intendi per musica sarda! Se ti riferisci alla musica di tradizione orale, l’unico contatto vero e proprio è stato quello con Amada, trio formato dai sardi Nico Casu, Gianluca Dessi’ e Renat Sette, una produzione originale che unisce la musica della Sardegna alla tradizione occitana dei trovatori, filtrando queste due importanti musiche attraverso l’improvvisazione e il jazz. Non parliamo però della normale calendarizzazione di Vulcani, ma di “Vulcani presenta“, evento fuori cartellone, grazie al quale, abbiamo potuto allontanarci dalla traccia stilistica blues della rassegna. É successo due volte, con AMADA e con il compositore sassarese Luigi Frassetto. Ah, poi c’è stata quella volta che Francesco Piu ha suonato metà set con una chitarra sarda, oppure quell’altra dove la singer songwriter Kristina Jacobsen ha duettato su un pezzo Cajun con il giovane fisarmonicista lussurgese Matteo Scano. Vale pure questo?

Ci sono degli episodi musicali nella tua vita di musicista e organizzatore da ricordare con artisti o altre personalità del blues?
Me ne vengono in mente tanti relativi sia ai tour dei King Howl che ai concerti prodotti da Talk About Records. Ma quello a cui ho pensato subito è una fredda mattina di Gennaio a Clarksdale, in Mississippi, in un piccolo juke joint che si chiama Bluesberry Café. Ero nel Deep South con i Don Leone, per accompagnarli nel loro viaggio statunitense ma soprattutto fare ricerca sul campo. Nel locale c’eravamo solo noi, i proprietari del locale, una coppia di turisti e Watermelon Slim su un piccolo palco a raccontare storie, suonando la chitarra con un grosso slide o soffiando dentro la sua armonica. É stato uno dei momenti musicali della mia vita più emozionanti di sempre, sembrava che il tempo si fosse fermato. Spero di poter raccontare a tutti, in maniera visiva, la nostra avventura nel Sud degli Stati Uniti. Chissà, magari ci riesco entro la fine dell’anno.
Qualche anticipazione sul prossimo programma e le date della prossima edizione?
Quest’anno siamo arrivati alla quinta edizione di Vulcani, e festeggiamo con un grande festival. Il primo ospite di Vulcani 2018 arriva il 4 agosto da Miami, Florida, ed è una One Man Band. Stiamo parlando di Lone Wolf, musicista americano attivissimo nella scena del new and raw blues statunitense con cui Talk About Records ha già avuto la fortuna di collaborare in occasione dell’uscita dello split su cassetta “Live on Tape“: sono ansioso di conoscere Bruno di persona, siamo amici “virtuali” da tanto tempo ormai.
Proseguiremo poi con il live del duo Vittorio Pitzalis & Williboy Taxi, programmato per sabato 18 agosto e che vede incontrarsi sul palco il decano del blues isolano “Black Victor” Pitzalis, che come ben saprai rappresenterà l’Italia al prossimo International Blues Challenge di Memphis, con il cantante e armonicista Williboy Taxi, musicista del Sud Sardegna molto attivo con la sua band Dirty Hands, che conosco e stimo da tempo.
Alla fine del mese giungeremo poi al solo show di Massimo Bevilaqua, bluesman napoletano tutt’ora protagonista di lunghissimi tour tra Canada e States, che arriverà a Santu Lussurgiu nella serata di sabato 25 agosto: Massimo è anche il manager italiano del grande Watermelon Slim, conosce perfettamente il Delta del Mississippi, i suoi musicisti e le sue storie.
La serata conclusiva del festival è invece programmata per sabato 1 settembre e avrà come ospite una vecchia conoscenza di Vulcani, la cantante e chitarrista Irene Loche, già protagonista del nostro festival con la sua band Sunsweet Blues Revenge, che stavolta si esibirà con il suo spettacolo solista.
Questi i concerti, il resto poi lo fa l’incredibile contesto della storica corte dell’Antica Dimora del Gruccione, i piatti preparati dallo staff dell’albergo, il vino e la birra buona, e quella particolare energia propria della nostra piccola rassegna.
Quali sono le realtà musicali e organizzative con cui collaborate?
Non abbiamo, tuttora, una collaborazione con altre realtà organizzative. La nostra collaborazione è, come detto prima, con i musicisti stessi. Capita spesso che alcuni degli artisti vicini alla nostra etichetta ci scrivano indicando delle possibilità per nuovi concerti, magari di altri bluesmen che stanno programmando dei tour sardi. Sono molto felice di questo tipo di scambio. Per quanto riguarda l’organizzazione, le uniche due realtà impegnate nella realizzazione di Vulcani sono appunto Talk About Records e Antica Dimora del Gruccione. A questo però si aggiunge il supporto preziosissimo dato dai nostri sponsor, aziende e produttori con cui il festival ha instaurato un rapporto di scambio volto alla promozione del territorio e delle sue eccellenze. Realtà locali come Famiglia Orro, Distillerie Lussurgesi, Cantine Contini, Riso Passiu e la Macelleria Momo. Vulcani è un festival completamente indipendente, che si regge sulle sole risorse dell’Antica Dimora del Gruccione. Senza l’aiuto di queste realtà non potremmo organizzare il festival, ed allo stesso tempo sono sicuro che Vulcani abbia un senso anche in ragione dell’ampio coinvolgimento di queste persone. L’obbiettivo è comune.