The Other Side – Die Dunkle Seite

Simone La CroceMusica, Recensioni

Dismessi i panni di Dj Datch e indossati quelli di Die Dunkle Seite, Guido Ciabatti prosegue l’esplorazione del suo percorso post-techno, iniziato lo scorso anno con Twisted Wires, lavoro oscuro che dava l’abbrivio alle attività della sua etichetta Wild Drone Music. Twisted Wires era un disco cupo, a tratti claustrofobico, che ben rispecchiava i proclami drone dell’etichetta potendo far affidamento sui [D]ronin artigianali prodotti dal guru della scena post-industrial Massimo Olla. L’esordio di Ciabatti conteneva inoltre un’altra peculiarità: i titoli dei brani erano stati presi in prestito da un altro importante primo album, Bleach dei Nirvana, più pretesto narrativo e tributo affettivo che citazionismo autorale. 

Questa doverosa premessa porta, finalmente, alla sua seconda pubblicazione, The other side. Lo spunto questa volta arriva dal celeberrimo The Dark Side of the Moon e non sembra limitarsi alla sola citazione dei titoli, ma a una reale perlustrazione dell’altro lato della luna, non quello dark floydiano indagato nel precedente lavoro, ma quello baciato dal sole, palesemente più bright, sia nelle tematiche dichiarate che nelle trame musicali dipanate. Se nel concept del quartetto londinese si affrontava la mancanza di controllo sugli aspetti più bui dell’animo umano (vita, morte, conflitti interiori, alienazione, avidità, ineluttabilità del tempo), in Ciabatti riprende i temi esistenziali nel tentativo di riscoperta degli scampoli di luminosità che possono celarsi dietro semplici momenti della giornata: le parentesi di isolamento dagli affanni quotidiani (Breathe), Il tempo dell’attesa (The Great Gig in the Sky), il ritorno alla routine di ogni giorno (Us and Them), la frenesia degli impegni e delle incombenze (Brain Damage), la stasi dopo la fine delle ostilità (Eclipse) e l’arrivo della notte, del sonno, come base intima per la ripartenza (I speak to me).

Un lavoro che, puntando a ribaltare una certa attuale e naturale tendenza alla resa, può collocarsi a cavallo tra l’IDM degli albori e la conceptronica “come modalità di azione – e ricezione – artistica”, degli anni ‘10, che prende tanto dall’ambient techno (la cassa dritta in Brain Damage), quanto dal rock psichedelico (i battiti di Eclipse rievocano non casualmente la floydiana One Of These Days), rivendicando chiaramente una modalità di ascolto più consapevole e intelligent.

Doveroso sottolineare come le attività di Ciabatti non si limitino solo alla sua produzione musicale: il catalogo della sua già citata Wild Drone, dopo pochi anni di attività annovera progetti ambiziosi come WTTM, Monobass, Christian Scalas, Bichord e Kryss Hypnowave. Ulteriore conferma dell’impegno profuso in prima persona, della volontà di coinvolgimento, oltre che della determinazione e della concretezza con cui porta avanti i progetti, aspetti che meriterebbero un plauso anche al di là di tutto il resto.