Di tutte le cose che abbiamo perso e perderemo – Quercia

RedazioneTesti


, 2019

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Buio

Magari non rinizierò da zero,
e forse conviene così.
Quando avrò meno pensieri
potrò riniziare da me.
Che suono fa un oggetto prezioso che cade?
La tua mano è più vuota
ora che non sono lì.
Nel buio tu cammini con me.
Nel buio, tu, cammina con me.
Cammina con me.
Quando avrai bisogno di me,
e non potrò essere qui,
so già che sarà.
E sarà, nel buio, cadere con te.

Finestra

Almeno fatti guardare, mentre non mi guardi. Dimmi che tipo di calamità fa franare ogni frase che pensi, e ti rende più cupa.
Che cosa ci manca davvero?
Le tue paure che si incoraggiano a vicenda
sono muri da scalare per vedere
che c’è poi. Vorrei essere da te,
che qui c’è una vista orrenda,
e la stanza tua è più vuota
quando ci sei dentro tu.
Quando ci sei solo tu.
Almeno fatti guardare,
mentre non mi guardi. Almeno fatti guardare,
mentre non mi parli.

Torri

Ti ricordi quando i tuoi ti dicevano di essere chi e cosa vuoi?
Dimentica tutto, dimentica.
Dimentica la libertà che pensavi di avere.
Non hai tutta la libertà che pensavi di avere.
Le torri, gli universitari ubriachi seduti per terra, le nostre certezze: tutto sembra cadere, niente sembra accadere.
All’arte, alla musica, ai poster in camera, agli aperitivi, non devi più niente.
Tutto sembra cadere, niente sembra accadere.
Non hai tutta la libertà che pensavi di avere.
Ti ricordi quando i tuoi ti dicevano di essere chi e cosa vuoi?
Dimentica tutto, dimentica.
Dimentica la libertà che pensavi di avere.
Non hai tutta la libertà che pensavi di avere.

Corridoio

Ho confessato ai miei oggetti il mio dolore e, per fortuna, non mi hanno risposto mai.
Nemmeno dopo che li ho lanciati più lontano possibile da dove passo il tempo,
quando il tempo non passa mai.
Il corridoio è pieno di frammenti di ricordi che ho distrutto prima che fossero loro a distruggere me.
Dovrei smetterla di dichiarare guerra a chi non può rispondere, nemmeno per dirmi se ha voglia di salvarmi, se può salvarmi.
Se può salvarmi.

Problema

Che brutto vizio, quello di non farsi aiutare. Te ne accorgi solo quando resti solo, quando non c’è più nessuno che ti tenda la mano, e ti accorgi che non sei mai stato forte davvero. Quando, tra i mille problemi che vedi, il vero problema sei tu. Il vero problema è quando nessuno sembra capirti più, ma a non farti capire sei tu. A non farti capire sei tu. Non è che ci facciamo male di proposito, restiamo qui a fare finta che sia tutto come sempre, ma oggi sbagliare è pesante. Sbagliare è pesante. L’inferno che conserviamo nelle stanze di noi stessi brucia chi non lo capisce.

Capolinea

L’ultimo treno è passato ore fa, meno male che l’ho preso, anche se non so dove mi trovo, ora. Che peso in meno è, non possedere più alcun punto di riferimento. Seduto qui, tra gli alberi veloci e il cielo immobile, non fa più freddo. Che ansia in meno è, non trascinare più il peso che mi ha seguito finora. Però, com’è instabile questa valigia quassù, che fisserò per tutto il tempo, finché non sarò fermo di nuovo. La fisserò per tutto il tempo, finché non sarò solo di nuovo. Solo io e lei, pronti a cedere al peso. Pronti a cedere al peso, instabili e pronti a non essere mai sicuri di niente. Che peso in meno sarebbe, essere io il capolinea di questo treno. La valigia sta per venire giù, e non sarò qui quando cadrà, quando accadrà.

Altalena

Il suono delle fiamme si fa rumore di fondo,
fuori dalle lamiere accartocciate a bordo strada.
Sento un forte odore di benzina.
Un’ambulanza si avvicina,
o si allontana,
non si capisce da qua dentro.

Pozzanghere

Ne è passata di acqua sotto i ponti che abbiamo tagliato.
Smettila di piangere,
che hai troppo di meglio da fare
che creare pozzanghere
dove non cresce più niente.
E si è soli abbastanza da legarsi ai ricordi,
come a un corpo che cade nel vuoto,
ma il suolo nemmeno si vede.
Come a un corpo che cade nel vuoto
e continua a cadere, per sempre.
Tutto si farà sempre più normale,
persino sapere chi siamo,
persino riprendere fiato,
lì, dove l’aria mancava.

Fiammiferi

Tutte le cose che abbiamo perso e perderemo,
non sono mai nostre davvero.
Tutte le cose che abbiamo perso e perderemo,
le perderemo.
Le perderemo.
Non è così che si sopravvive a sé stessi,
non si è più gli stessi.
Guardarci per dimenticarci com’è stare a soli a lasciarsi alle spalle se stessi,
rimproverare a noi stessi
tutte le cose che abbiamo perso e perderemo.
Tutte le cose che abbiamo perso e perderemo, tutte le cose che abbiamo perso.

Muro

Siamo ancora in tempo perché le nostre scuse siano ancora valide,
mentre costruiamo questo muro altissimo per poi non vederci più,
e urlare a nessuno “mi manchi”.
Chiediamoci se ne vale la pena davvero di rovinarci così,
decidiamo insieme se continuare a tirare su questo muro altissimo tra noi.
Questo muro altissimo, tra noi.

Bivio

Siamo nati dove non esiste la pianura,
e l’asfalto si spacca ogni tre giorni.
L’abitudine di guardare dal basso verso l’alto
ci fa vedere salite ovunque andiamo.
Ci pensi mai alle occasioni mancate,
alle strade lasciate deserte al momento del bivio?
Siamo nati dove non esiste la paura,
ma l’umore si spacca ogni tre giorni.
Tuffarmi nelle tue ansie più scure,
per capire quanto poco si respira,
e provare a respirare anche per te,
mentre l’acqua si fa limpida.

Ridevamo

Come stormi che aspettano il buio sui cavi dell’alta tensione, aspettiamo qualcosa che passi a ridarci un motivo per non stare fermi. Il giardino di casa dei miei non è verde com’era quand’ero qui. “Non credo alle mezze stagioni”, me lo dici ogni fine novembre. L’aereo è atterrato in ritardo, e la videoteca ha chiuso. Questo posto non è più lo stesso, ma ogni volta qua nulla è cambiato. Domani sarò già in ritardo, perché qua tutto quanto lo è sempre. Eppure ridevamo, ma non so per quale motivo, ora. Eppure ridevamo, ma non c’è più nessuno che rida, ora. Non c’è più nessuno ora. Non è più ora.

Una produzione Quercia – 2019 –