Delirium Tremens

Claudio LoiRetromania

Aprile 2022: Rockerilla, la benemerita rivista, festeggia il numero 500 e una storia che è iniziata nel lontano ottobre del 1978. Non possiamo che fare gli auguri a tutti quelli che in questi anni ci hanno informato, fatto sognare, tenuti aggiornati su quello che succedeva in questo strano pianeta. Per l’occasione la rivista è uscita con un numero speciale che riporta alcuni articoli usciti in questi anni e altre curiosità del mondo rock. 

Tra i vari pezzi ha attirato la mia attenzione un breve articolo di Gino Tozzini (senza data) che informava di alcune uscite di rock italiano nel formato cassetta tra cui: “I sardi irrompono sulla scena underground con un bel demo (anche nella veste grafica) dalle forti sonorità elettriche, dove convivono punk, noise, fiammate heavy, psicho-deliri ed una carica scintillante di mille acuminati aculei cristallini, che sia il progressive del 2000?”. La cosa mi ha incuriosito e siccome non avevo nessuna memoria di questa formazione mi sono messo alla ricerca di qualche notizia in merito. Non si trova granché in giro ma qualcosa è venuta fuori. 

I Delirium Tremens si formarono a Olbia nel 1991 e nel 1993 partecipano alle selezioni di Arezzo Wave con due brani in lingua inglese che erano appunto comprese in quel demotape finito nelle mani di Gino Tozzini e titolato Hallucinations Caused by Alcohol. Quella cassetta comprendeva otto brani e fu realizzata presso gli studi R.A.M. di Olbia nel 1992 con la collaborazione dei Quartz che in quel tempo era la formazione di maggior prestigio ed esperienza. Per quello che è stato possibile indagare credo che questa sia l’unica testimonianza della band che per miracolo è anche presente su YouTube. La line up era abbastanza variabile e dalla cover della cassetta vengono citati Juspin alla chitarra e Rox alla voce. Altre fonti (da verificare) citano Andrea Derosas (basso), Franco Fara (chitarra), Giuseppe Bellincontro (chitarra), Gian Mauro Colomo (batteria) e la voce di Rossana Rox Regime. Oltre chiaramente all’apporto di alcuni membri dei Quartz. 

Un piccola storia di rock locale che è simile a mille altre e, proprio per questo,  merita di essere ricordata anche se per il progressive del 2000 bisognerà volgere lo sguardo da altre parti.