Corto Maltese Blues Festival

Daniela SchirruInterviste

Abbiamo avuto l’occasione di intervistare del Corto Maltese e di Cagliari Blues Radio Station, organizzatori del .

Come è nata l’idea di un festival blues?

L’idea è nata quest’anno. Dopo oltre 25 anni di musica live al Corto Maltese abbiamo visto trasformarsi il pubblico dei concerti sia per numero che per attitudine. Le trasformazioni sociali e un crescente individualismo si riflettono anche nel nostro pubblico. Il pubblico è quasi diviso per generi gruppi e stili. Vorremmo recuperare una dimensione più larga ed eterogenea per la nostra programmazione. Tra tutti i generi musicali che creano un pubblico più largo e coeso ci sono sicuramente il rock e il reggae, nelle loro varie forme, e, prima di tutto, il blues. Abbiamo avuto occasione di ospitare centinaia di progetti Rock e Reggae anche nella forma Festival e lo stesso vogliamo fare ora con il Blues, anche dopo l’incontro con i tipi di Cagliari blues Radio Station. Da qui l’idea di un Festival Blues, musica che mantiene la sua potenzialità di musica popolare assieme alla sua freschezza data sopratutto dai suoi nuovi giovani interpreti.

In questa prima edizione del festival, ci sono tanti artisti locali, a cui si aggiungono i romani The Cyborgs e il veneto Mr Wob. Come é stata effettuata la scelta?

La scelta degli artisti presenti nel cartellone del festival è stata dettata dalla volontà di portare sul palco del Corto Maltese diversi tipi di blues che raccontano la musica nelle sue diverse interpretazioni, che storicamente si sono alternate dando poi vita a sottogeneri che vanno dal country blues, al blues di New Orleans e Chicago, per poi definirsi in nuovi stili contaminati da generi più moderni anzitutto il rock e il rock and roll, passando per il British Blues. Ulteriore attenzione è stata quella riservata al blues nella sua forma canzone, dando quindi spazio a concerti incentrati maggiormente su questa che a concerti strumentali. Altra componente fondamentale è stata quella di collaborare con diverse produzioni e festival amici, tra cui X Miles Stone Blues Festival, Sulle strade del blues, Cagliari Blues Station, MIS e Stage Diving Booking, attraverso i quali abbiamo avuto la possibilità di inserire nella line up progetti nazionali come The Cyborgs e Mr Wob e anche gli artisti locali come Don Leone, Bad Blues, Paolo Demontis.

Quali artisti vi piacerebbe invitare alle prossime edizioni?

Ci piacerebbe ancora mischiare le carte e continuare a far incontrare artisti locali con artisti nazionali e internazionali per migliorare il confronto artistico musicale e creare nuovi rapporti attorno al Blues. Questo è stato un approccio fondamentale alla base del cartellone attuale e su questa idea vorremo continuare.

Quali artisti vorremmo invitare? I nomi sono molti, per cui possiamo dire, per ora e ancora, che ci piacerebbe quanto più portare artisti inclini a contaminarsi con gli artisti residenti per continuare a rinnovare il blues e permetterci di offrire concerti originali.

Ci sono anche tre date extra. Potete parlarcene?

In testa e in coda il cartellone è arricchito da tre importanti nomi della scena sarda Blues: Dirty Hands, The Sharecroppers, Salvatore Amara & The Easy Blues Band, che si esibiranno rispettivamente il 18, il 23 e il 29 Luglio. A questi nomi sono legate tre importanti novità musicali: due dischi e un esordio live!

Quante persone lavorano dietro il festival?

Dietro il festival, come dietro tutti gli appuntamenti di musica live del Corto Maltese, ci lavorano una decina di persone a seconda della grandezza dell’evento: tra chi gestisce accoglienza e i servizi enogastronomici e chi gestisce la parte dello spettacolo musicale, tra fonici e assistenti di palco.

Come valutate l’interesse del pubblico verso il blues e i festival in generale?

Il Blues, nonostante la sua età, riesce a mantenere alta l’attenzione e la partecipazione del suo “popolo”.

I Festival sono sicuramente virtuosi, perché oltre ad offrire l’occasione di vedere dal vivo musicisti, che vivono e suonano in luoghi troppo lontani da noi, mettono in moto dei meccanismi di alta condivisione e contaminazione artistica e sociale.

Come valutate il panorama blues in Sardegna dopo più di 100 anni?

La Sardegna, per il secondo anno, rappresenterà l’Italia, a Memphis nel concorso International Blues Challenge. Dopo i sulcitani Don Leone, nel 2017, toccherà al cagliaritano Vittorio Pitzalis quest’anno rappresentare il blues italiano in questo importante concorso.

Questo dato, assieme al fatto che artisti, anche di nuova generazione, stiano attirando l’attenzione di organizzatori e pubblico in tutta Italia ed Europa, vedi Francesco Piu e i Bad Blues Quartet, Andrea Cubeddu, Mirko Big Bon Zoroddu, sono un sicuro segno di ottima vitalità.