Copertina di Cut dei Confrontational

Confrontational – Cut

Gabriele MuredduMusica, Recensioni

è il moniker dietro cui si cela il musicista, produttore e ingegnere del suono . L’artista cagliaritano ha realizzato integralmente il suo quinto lavoro in studio, il primo per l’etichetta NewRetroWave dopo quattro full-lenght e diversi EP autoprodotti. Cut, pubblicato lo scorso 26 maggio, è stato anticipato nei mesi scorsi dai singoli Replay e Temptation, i quali davano delle interessanti indicazioni su quello che avremmo potuto trovare all’interno del disco. Le aspettative sono state più che soddisfatte, perché l’album propone diversi momenti e atmosfere, pur restando incentrato lungo precisi binari sonori.

Cut è un titolo che rispecchia perfettamente l’intenzione dell’autore di creare atmosfere taglienti, che colpiscono nel vivo con suoni affilati e che entrano con facilità nella mente dell’ascoltatore. Confrontational ha giocato, per i trenta minuti di durata, su un continuo gioco di luci (poche) e ombre (molte), rispecchiando le sensazioni claustrofobiche e di paura che provavano i protagonisti (o meglio, vittime) delle pellicole horror degli anni settanta e ottanta. Le musiche di Simonetti e altri autori, hanno contribuito, oltre al successo di una certa cinematografia, a popolare gli incubi degli spettatori tra cui lo stesso Confrontational: quelle sensazioni di terrore e costante pericolo sono alcune tra le influenze riversate nelle otto tracce di Cut e in modo tutt’altro che celato. L’estetica horror-thriller è lampante negli ascolti, nei testi e nelle immagini scelte di accompagnamento ai video e all’artwork di tutti i lavori pubblicati sino ad oggi. 

Cut è un disco che combina un’attitudine per la dancefloor e i ritmi dell’EBM con un’anima oscura. Le ritmiche ossessive, tipiche dell’industrial, si fondono con elementi sintetici e cibernetici, senza mai rinunciare a una componente pop anni ottanta che rafforza l’approccio orientato alla pista da ballo e al passaggio obbligatorio sulle frequenze e serate che apprezzano un certo tipo di elettronica oscura, marziale e affine ai generi della dark-wave e post punk. I featuring con Doviak, chitarrista e collaboratore di Johnny Marr e il compositore Antonio Maiovvi danno profondità e respiro alle composizioni. Adrien Grousset, chitarrista della band prog metal francese Harcride e  del progetto darksynth Carpenter Brut, ha impreziosito il lavoro nella conclusiva “No Respite”.  La scelta di combinare chitarre, synth con voci effettate e drum-machine regala un’ulteriore sfumatura a un LP che crea un ponte tra i grandi maestri, tra cui spiccano The Sisters of Mercy, Nine Inch Nails e Ministry, e la scena contemporanea. Questo è il grande merito di Confrontational: essere capace di rifuggire il manierismo e la riproposizione scialba di soluzioni ciclostilata e metriche che finiscono per risultare “a copy of a copy of a…”, per dirla alla Trent Reznor.