Claudio Gabriel Sanna

Claudio LoiRetromania

Un concerto registrato in Spagna nel 2010, in una località agreste e bucolica situata a nord di Barcellona ci fornisce l’occasione per parlare di , musicista originario di Alghero fortemente legato alla sua identità catalana e così caratterizzato che si potrebbe considerare un apolide in perenne cerca di patria. 

La sua storia musicale inizia proprio ad Alghero con i Càlic, un gruppo di impostazione avant-folk che per qualche anno ha diffuso una strana miscela di sentimenti catalani e cultura sarda attraverso l’utilizzo di strumenti musicali insoliti, innesti sonori di varia provenienza. Nei loro lavori veniva rappresentata al meglio la multiforme identità catalana, la sua natura multietnica, l’essere sempre in transizione e la sensazione di appartenere a qualcosa di esclusivo e da tutelare con forza

Al di la di questa instabile diaspora culturale quelle vibrazioni hanno caratterizzato un’epoca e fornito talvolta frutti gustosi.

La storia dei Càlic ci ha lasciato pochi album ma tanta vita da strada, concerti in diversi angoli del Mediterraneo e, per chi ha continuato, una scuola di vita e di musica. 

Nel nuovo millennio Claudio Gabriel Sanna è partito da questa preziosa eredità e ha ripreso in mano la sua musica, la sua cultura e la sua lingua per proseguire in una direzione più intima e riflessiva che per pura comodità potremmo definire cantautoriale. Ha ideato un progetto chiamato Rall Trio con due sodali catalani (Andreu Ubach e Josep Maria Cols) e stabilito una proficua collaborazione con Claudia Crabuzza anch’essa orfana del progetto Chichimeca

Una nuova dimensione che ha prodotto ancora emozioni e nuove musiche e una rinnovata voglia di parlare di vita vissuta, di piccole cose ma anche di recuperare quel sentimento popolare che solo le lingue madri possono esprimere pienamente. 

Un catalano in Sardegna è una minoranza in una minoranza, un mondo a parte, qualcosa di commovente nel suo ostinato percorso contromano. Una dimensione intima ma politica allo stesso tempo, schierata nel portare la voce oltre le insidie di un mondo sempre più uguale ma sempre più solcato da disparità e ingiustizie. 

La canzone politica di Sanna è la voce di chi non si rassegna e non si vuole omologare, la voce di tante minoranze che chiedono spazio e di continuare a esistere.