CLAIMM, l’album d’esordio dell’omonima band di Oristano, è una grammatica vasta e densa con cui la band mette in fila suoni e stili. Il tutto impilando una gigantesca e intatta Babele sci-fi.
Le nove tracce del disco spalancano praterie di sintetizzatori distesi e taglienti, pattern danzerecci e bordoni infernali conditi da pulviscoli di drone. Il drumming affannoso, affidato ad Alessandro Sulis, spazia dalla claustrofobia ossessiva a groove tirati indietro e si accoppia a splendide aperture di chitarra. Provate ad ascoltare There’s No Way Part I con il suo incedere epilettico o i bridge di No Choice: vi innamorerete perdutamente dei synth vagamente krautiani di Francesco Piredda e le sei corde di Alessandro Pireddu. Il piglio vocale di Valerio Luperi è medioso, mai sopra le righe e in tracce come Hysterical Majority richiama in modo puntuale, ma non calligrafico, la tavolozza dell’indie rock targato anni Novanta.
A momenti più uptempo come I’m coming home si alterna la rarefazione minimalistica di Forget. Drappeggi vocali, richiami a Björk, il continuo crescendo di una processione che sembra essere percepita, intravista o ascoltata da dietro un vetro congelato. Il tutto per prepararvi, o forse per condurvi del tutto impreparati, al gran finale: i dodici minuti di quel rave glaciale e robotico che è IORA.
Cinquantadue minuti con la partecipazione di nomi illustri. Cito a memoria e in disordine: Mumucs, French, Mike Up, Bizio, Mattia Mele ed Edoardo Uselli. I brani sono stati composti dalla band di Oristano nell’arco di cinque anni, dal 2016 al 2021. Il Lp è stato mixato all’EDAC Studio di Fino Mornasco. Autoprodotto e autoregistrato dai CLAIMM con il supporto tecnico di Fabrizio Sanna e Roberto Corda, è stato pubblicato lo scorso 5 Ottobre. Benvenuti nell’ultimo quarto del 2022.