Dea è il nuovo video dei Capside, progressive band sassarese attiva fin dal 1992.
Le intelligenze artificiali ormai presenti in diversi gangli della nostra vita: una realtà conclamata che ormai, in maniera quasi silenziosa, già domina diverse situazioni e inizia a espandersi anche verso piani creativi e artistici che da sempre sono ritenuti appannaggio dell’intelligenza e dei sentimenti umani, sviluppando reazioni contrastanti tra chi da sempre è impegnato in tali ambiti.
Eppure è proprio questa la base del video autoprodotto pubblicato dai Capside, band progressive sassarese attiva fin dal 1992, per supportare l’uscita del nuovo singolo intitolato Dea: contrariamente a un immaginario legato a immagini più fiabesche o bucoliche che è diventato quasi un errato stereotipo del genere, il quintetto sceglie di guardare a un futuro che è già presente.
Assistiamo quindi al lavoro di un’intelligenza artificiale che scruta e viviseziona il brano con il suo occhio bionico, quasi come che potesse più vedere la musica piuttosto che sentirla, analizzando le melodie, gli strumenti, i cambi di tempo e quasi scoprendo emozioni non proprie di quello che è una macchina programmata per non averne.
Le immagini sono molto grafiche: linee e forme geometriche scorrono a tratti in modo frenetico quasi ci si trovasse in Tron, film culto del 1982, mentre un secondo occhio, stavolta femminile, scruta attraverso lo schermo cangiando incessantemente per poi ritornare alla sua essenza primigenia.
Una attenzione particolare viene posta al testo, capace di aprire il baratro del rapporto conflittuale fra un musicista e la sua arte, un processo che porta a una sorta di libertà, una emancipazione personale da una condizione di inferiorità claustrofobica.
Musicalmente la matrice progressive è evidente: echi del primo Battiato, del Banco del Mutuo Soccorso e della Premiata Forneria Marconi escono fuori fin dai primi attimi del brano, con suoni evocativi e stacchi strumentali violenti e intricati che piaceranno non solo a chi è pratico del genere ma anche a chi, semplicemente, è appassionato di Musica con la M maiuscola.