Non c’è bisogno di spiegare cosa sia la pesantezza; farlo, condurrebbe in un intricato labirinto di definizioni tra il filosofico e lo scientifico. E tuttavia ognuno ne possiede una conoscenza intuitiva, specie se, entrando nell’ambito del metaforico, la si associa ai vissuti personali. Talvolta vivere significa affrontare quella spiacevole sensazione di limitatezza che ci schiaccia verso il terreno e ci affatica. Ma, a parte le situazioni tragiche o semplicemente spiacevoli, c’è anche un modo pesante di vivere: quello di chi si prende troppo sul serio e considera la spensieratezza e l’allegria un lusso per gli immaturi.
CantautoPop, il nuovo EP di Bobbi Marcs, è un manifesto per la leggerezza. Uscito per le etichette Pioggia Rossa Dischi e Virgin Music Group Italy e distribuito dalla Universal Music Italia, è composto da quattro brani, due dei quali, Yin&Yang e X Me, usciti come singoli nei mesi scorsi. Già dal primo ascolto la sensazione che il disco restituisce è la stessa di un viaggio breve ma intenso, nel quale la fantasia prende sì il largo, ma non fino al punto in cui la realtà è rimossa. È un po’ come leggere un buon romanzo: ci si immerge in una realtà altra e totale, ma quando si torna coi piedi per terra, il mondo di cui facciamo esperienza risulta arricchito.
I brani di Marco Marongiu hanno tutti la caratteristica della leggerezza, la quale, lungi dall’essere mera superficialità, si immerge nel mondo attraverso la musica e la parola. Queste ultime, legate come sono al suono che si libra nell’aria, aleggiano sulla realtà, senza trascenderla. Questo concetto è espresso nel secondo pezzo dell’EP, X Me, dove tra il primo ritornello e il secondo c’è una leggera ma significativa variazione. Il pezzo, che l’autore dedica a se stesso in forma di promemoria, contiene una serie di raccomandazioni pratiche per evitare che l’immersione troppo radicale nei progetti di vita individuali faccia perdere di vista la connessione con gli altri e la felicità. Nel primo ritornello Bobbi dice a se stesso che “sarebbe bello stare / con la testa piena e il cuore libero / di pensieri che mi portano giù”, per poi restare steso sulle nuvole a guardare il mondo e i suoi problemi dall’alto. Ma presto la consapevolezza di non poter evitare la pesantezza del mondo, la sua materialità, lo conduce a introdurre una piccola modificazione. Siccome “essere tristi non è ciò che rende grandi” e “felici non lo sono solo i tonti”, allora “non è poi male stare/ con la testa piena e il cuore carico / di pensieri che mi portano giù”. I problemi, insomma, ci saranno sempre, ma c’è anche sempre la possibilità, grazie all’arte, alla musica e all’amicizia, di “mettere l’anima in ricovero / e salire a poco a poco più su”. CantautoPop è un inno alla felicità che passa dall’apprezzamento delle piccole cose. Come recitano le strofe di Cibo Cinese, il primo brano dell’album, “mi interessa poco o niente, sai / se non fare musica e star bene” e suonare, ogni tanto, “coi tacchini qua in provincia” (chiara allusione ai Dodo Quartet in cui il nostro autore milita). Una leggerezza che non è rassegnazione, ma al contrario un modo per rendere sopportabile la pesantezza e di dire che, in fondo, vale la pena vivere: “non è poi male stare” (X Me).