Anno di grazia 2008. Sardegna meridionale. In un pomeriggio di sole e vento (bentesoi ovviamente) Claudia Aru Carreras e Arrogalla si incontrano in qualche collina del Campidano e decidono di confrontare le loro visioni del mondo e della Sardegna in un progetto che chiameranno Bentesoi forse ispirati dal vento che li scompiglia la chioma.
Aru è appena rientrata nell’isola dopo un proficuo viaggiare in luoghi e situazioni che l’hanno stimolata e affascinata e Arrogalla è il partner giusto per provare a fare qualcosa. Trovano in Nootempo una base sicura da cui partire e il gioco è fatto: un CD single che ha un titolo piuttosto indicativo della direzione da prendere: My Nation ovvero una visione della Sardegna padrona del proprio destino e delle proprie possibilità e di corredo un video diretto da Laura Piras con Emilio Canu girato ad Alghero: è l’inizio di una storia non molto lunga ma piuttosto significativa.
In questo primo barlume di significanza troviamo molte di quelle derive che negli anni a venire avrebbero caratterizzato la storia artistica dei nostri eroi: elettronica, dub, trip hop, sardofuturismo, mediterranea passione e una Sardegna insolita e barrosa, pronta a prendere in mano il proprio destino e a fare i conti con il mondo che la circonda e la sovrasta. Dialettica forte e tanta disponibilità ma anche attenzione alla propria cultura e massima allerta verso i rischi che arrivano dalla selvaggia invasione delle esondazioni del turismo di massa. Seguiranno due album molto interessanti: Tripland, sempre nel 2008, e, a seguire, nel 2010, Folk You! sempre con la Nootempo come scuderia di riferimento.
Poi la vita chiama e altre storie devono essere vissute e affrontate e i nostri amici si lasciano per seguire i propri istinti e le loro pulsioni artistiche. Nessun problema: è la logica delle cose e della musica. Rimane intatto un progetto musicale che va tenuto in considerazione e rispettato. Il resto è cronaca dei nostri giorni e un futuro ancora da capire e interpretare.