Quinto singolo per Edwige, la ventisettenne artista sarda che aveva esordito tre anni fa con il brano “Limonamore” in collaborazione con il cantautore romano Vittorio Belvisi. “Banale” è il titolo della sua ultima traccia.
E banale parrebbe anche il lavoro grafico che accompagna la canzone, con del bianco che avvolge altro bianco racchiuso quest’ultimo in un…banalissimo cd case. Ma forse è il giusto biglietto da visita per lasciare che sia l’ascoltatore ad avvedersi delle diverse sfumature melodiche e liriche che un prodotto di cantautorato degno di attenzione non può farsi mancare.
«Cosa avrò mai detto di così banale?», si chiede Emanuela (il suo vero nome) cantando il ritornello. Ma che cosa avrà mai fatto di così speciale è quello che invece c’è da dire presentando questo brano. In poco più di tre minuti Edwige ci propone una struttura semplice, a manera sua, ma che si allontana dall’elettropop dell’esordio, di “Hu”, di “Dejasempre” e di “Guacamole”.
Nuovi lidi compositivi parrebbero raggiunti e anche l’incedere del cantato mostra degli sviluppi che danno completezza al formato canzone. Lo stesso dicasi per la scelta delle parole che vince il confronto con la precedente track infarcita di termini da postmodernità social.
Una piacevole sorpresa di fine anno. Ora, come da bio, saremmo in attesa dell’Ep “Manteniamo la calma”. Ecco. Che ci costa aspettare e sperare che nascano nuovi fiori?