Volenti o nolenti, tutti (o quasi) gli ammiratori di Mr. Fender o gli strimpellatori che si sono fatti venire una tendinite per un barré, prima o poi hanno pronunciato la frase a effetto: “Quello lì la fa parlare, la chitarra”. Magari avvicinandosi a Robert Johnson e Nick Drake. Gentaglia così, insomma. Che effettivamente “la fa parlare, la chitarra” (e due).
Mattia Ancillotti, sulcitano classe 1982, è forte di nomi tutelari come Franco Mussida, Donato Begotti e Pietro Nobile. E nel suo EP d’esordio, Backgrounds, lascia tutto lo spazio alla voce delle sei corde. Non “ampio spazio”, ma “tutto”: dosa dinamiche ed emozioni, colori chiari e scuri, caldo e freddo. Le cinque tracce (Two Souls è presente sia in versione studio che live, col sottofondo del mare di Masua) ricalcano un mondo di arpeggi, melodie e ritmi. In questo mondo (senza fare l’elenco della spesa: Tommy Emmanuel e Andy McKee), Mattia Ancillotti si muove totalmente a proprio agio. Suona come dio comanda, e, senza dubbio, “la fa parlare, la chitarra” (e tre).