ANTENNAH

Federico MurziRetromania

, Live al , 1995

«Non si esce mai vivi dal passato».

La voce di Valentino Murru arriva distesa dall’altro capo del telefono. Lui era (ed è) il batterista degli , band made in Cagliari dei primi anni Novanta cresciuta a pane, alt-rock e companatico da ricercarsi nei paraggi di Jesus and Mary Chain e Siouxsie and the Banshees.

Valentino racconta unendo un’emozione palpabile alla salda pacatezza di chi palchi e studi di registrazione ne ha visti. La scusa per la conversazione telefonica è il video di Non ricordo più il tuo nome live al Roxy Bar di , anno 1995. «La band era in piedi da sei mesi», ci tiene a precisare lui. Un fragoroso cocktail di chitarre fuzzose e velvettiane, cantato stentoreo, batterie tribali e basso a metà strada fra pulsazione ritmica e ricerca melodica. 

Le “quattro” chiacchiere con Valentino Murru sono un saliscendi di aneddoti: quei primi ‘90s come «stagione meravigliosa di concerti», il loro demo in musicassetta consegnato al gestore de “Il locale” di Roma, l’aggancio con il CPI per la produzione del primo disco Il nostro labile equilibrio (1997) – il successivo Love has many faces sarebbe stato prodotto nel 2003 dalla Desvelos Records. E poi ancora: la trinità De Vita/Catinari/Ragazze Terribili per i live in Sardegna, le date in tutta Italia, la versione di Pensiero stupendo shoegaze/post punk, l’incontro con Manuel Agnelli (che anni dopo, durante un’intervista, avrebbe chiesto «Che fine hanno fatto gli Antennah?») poco prima che arrivasse il tracollo della discografia. 

C’è spazio per la nostalgia (e per dirci quanto è bello Marquee Moon), ma anche per strizzare l’occhio al futuro: gli Antennah stanno tornando in sella nella loro formazione primigenia (Tullio Cipriano, Marco Mancini, Stefano Guzzetti e Valentino Murru). Aspettiamo allora, e tendiamo le orecchie – pardon: le antenne –  in attesa di nuovi suoni.