Gli Andiperla sono un quintetto di musica strumentale, fondato nel 2011 da Giaime Loi, musicista e illustratore prematuramente scomparso nel 2019. La band è attualmente composta da Alessio Pax (batteria), Paolo Pilleri (percussioni), Federico Mainardi (basso), Matteo Piras (chitarra) e Andrea Lai (sassofono).
Il loro pellegrinare artistico sbarca, dopo più di un decennio di esplorazioni, nell’EP omonimo pubblicato lo scorso 16 dicembre. Un approdo in una terra di mezzo difficile da cartografare, dai confini mai definiti e sempre sfuggenti. Una piantina è però spesso un utile tentativo di individuare almeno gli elementi ricorrenti del territorio da mappare. Che cos’è dunque questo lavoro?
A prima vista sembra il frutto di musicisti cresciuti studiando jazz e ascoltando elettronica e che, una volta diventati adulti, non scelgono da che parte stare e preferiscono concentrarsi sulla compenetrazione dei linguaggi.
Andiperla è un disco levitante, un dirigibile dove il jazz viene usato come combustibile per un viaggio oltre le nuvole. Sganciandosi dalle zavorre del pop più convenzionale, le quattro composizioni dell’album evitano ogni cliché connesso alla forma-canzone per espandersi in ogni direzione, inglobando molecole di post-rock, trip hop e Canterbury.
Un lavoro che conferma quanto di buono si era sentito durante tutti questi anni su alcuni dei più importanti palchi della scena isolana.