Locandina a cura di Visualucre

Ajò a Sa Domu – 16 dicembre 2023

Alessio FrauLive report

ha rappresentato, per i nati negli anni ‘90, un punto di riferimento culturale, politico e, in qualche modo, un “microcosmo esistenziale di ‘sta mia generazione”, per parafrasare Brainstorming, brano di Bobbi Marcs spesso suonato dai , di cui lui stesso è parte integrante.

Sono passati 9 anni da quel lontano 2014 in cui  l’ex studentato cagliaritano di via Lamarmora, abbandonato dall’amministrazione pubblica all’incuria del tempo, è stato resuscitato da un gruppo di studenti e militanti. Un lasso di tempo dunque abbastanza lungo per poter abbozzare un bilancio, per il quale però, Sa scena, non è il luogo adatto. Ma è certamente la sede ideale dove raccontare il compleanno di Sa Domu dello scorso sabato sedici dicembre. Per l’occasione un piccolo gruppo, composto da varie personalità, ha organizzato un’intensa giornata di esibizioni artistiche e socialità attraverso cui è stata data un’interpretazione originale dello spirito che ha sempre contraddistinto il luogo.

Vista da Sa Domu - Credits Chiara Pilleri
Vista da Sa Domu – Foto di Chiara Pilleri

Infatti il luogo stesso, lungi dall’essere un mero significante vuoto, è esso stesso veicolo di un contenuto significativo: è uno spazio in cui naturalmente sensibilità differenti si incontrano e collaborano per il fine –  insensato per le attuali società di mercato –  di vivere meglio e più intensamente. In cui la politica, pur sempre esercizio della forza, si estrinseca come potenza che genera gioia intesa come “transizione dell’essere umano da una minore a una maggiore perfezione” (Spinoza, Etica). Non a caso l’evento porta il nome di , proprio perché letteralmente e di tutte e tutti. Il senso di comunità e partecipazione si è riflesso anche nell’ulteriore obiettivo della serata: raccogliere fondi per migliorare e rinnovare i locali dell’ex studentato, ragion per cui le varie figure professionali e artistiche che hanno collaborato lo hanno fatto a titolo gratuito.  

Ed è incredibile come le più svariate forme di espressione artistica abbiano convissuto in una sorta di eclettismo organico.Dalle sonorità reggae di Canapa Sound, alla stand up comedy, sino al live painting, curato dall’associazione cultìna, attraverso cui diversi artisti si sono esibiti. Oppure l’esposizione di Claudio Bel, che, attraverso la messa in opera  in forma digitale di contenuti artistici carichi di spunti onirici, ha sfidato la realtà a esprimere le sue più nascoste qualità.  Questa ha poi costituito il naturale sfondo del dj set che ha visto esprimersi diversi dj familiari a Sa Domu, come Pubusa, e altri affiliati ai collettivi  Mudra b2b Nvsn e MGH b2b amaro

Illustrazione di Claudio Bel alla mostra a Sa domu
Dalla mostra di Claudio Bel – Foto di Chiara Pilleri

Ma il piatto forte, almeno per me, è stato il live set. Reso possibile dalla collaborazione del collettivo Space Jam, noto per organizzare jam session di musica funk-hip hop-r&b-elettronica, e dall’apporto professionale di Lorenzo Pischedda (line-up, back line e fonia) e di Valucre (grafica e locandine), ha visto esibirsi diverse formazioni note nella scena oristanese e cagliaritana. 

Il primo, Fede il Corvo, al secolo Federico Ghiani, con il suo spettacolo “La Classe Operaia non va in Paradiso”, ha dato sfoggio al suo grande talento da MC, scrittore e all’occorrenza freestyler. Poi si sono esibiti i Float, un trio nato nel 2021 a Oristano, che hanno generato un’atmosfera a tratti cupa ma rilassata e piacevole, attraverso le loro sonorità alternative rock, post punk, shoegaze e dream pop. Infine, non potevano mancare i Dodo Quartet. Un quartetto che, come ha raccontato il cantante Emanuele Carta (Spunky), è nato proprio tra le mura di Sa Domu un po’ per caso due anni fa. Sabato hanno confermato che il loro alternative rock, miscela di stili e sensibilità differenti, dà vita a live sempre molto movimentati ed energetici. Il pogo, naturale tendenza tra i “dodini”, questa danza dello scontro, è un po’ la sintesi della serata: la celebrazione della creatività del conflitto.

Dodo Quartet - Foto di Chiara Pilleri
Dodo Quartet – Foto di Chiara Pilleri

Per concludere, l’auspicio è che il gruppo organizzatore della serata continui a infondere la sua energia e che si possa, il più possibile, ampliare. Perché c’è bisogno, a Cagliari come in tutta la Sardegna, di un luogo come Sa Domu, in cui poter essere liberi qui ed ora. Di uno spazio in cui “consegnare alla morte una goccia di splendore”, come recita la straordinaria poesia musicata di De Andrè, Smisurata preghiera, riarrangiata e cantata con un briciolo di devota irriverenza dai Dodo Quartet.

Locandina a cura di Visualucre
Locandina a cura di Visualucre